Associazione Mifido Difido: "Quasi 200 cani abbandonati a Viterbo in 40 giorni"

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Viterbo | "cifre da terzo mondo"

Associazione Mifido Difido: "Quasi 200 cani
abbandonati a Viterbo in 40 giorni"

La denuncia del presidente dell’associazione animalista viterbese Cristiano Zappi: “Torno a ribadire la necessità dell’intervento delle istituzioni per controlli nelle campagne su sterilizzazioni e chippature degli animali”

Redazione Online

Il 90 per cento dei cani resta in canile per sempre
Il 90 per cento dei cani resta in canile per sempre

Quasi 200 cani abbandonati in 40 giorni nei canili viterbesi. Cifre sconvolgenti, più da Terzo mondo che da paese civile. Lo denuncia l’associazione viterbese Mifido Difido, che non fa altro che unirsi già alle altre denunce dei giorni scorsi agli altri animalisti della Tuscia tra i quali Teresa Tosi del Rifugio Speranza a Tuscania.

«Una cosa mai vista, gli abbandoni sono continui in questo periodo estivo e il 90 per cento di questi animali resteranno tutta la vita in canile» commenta addolorato Cristiano Zappi, presidente di Mifido Difido. «Oltre al dispiacere di sapere per esperienza che questi animali sono condannati a una vita di tristezza e solitudine, vorrei sottolineare che tutto questo ha un costo per la comunità, perché i canili comunali li paghiamo tutti noi. Allora, per l’ennesima volta, torno a chiedere con forza alle istituzioni preposte, come ha fatto Teresa Tosi qualche giorno fa, di eseguire controlli nelle campagne per verificare sterilizzazione e microchip, a stipulare convenzioni con le famiglie disagiate che non possono pagare centinaia di euro per sterilizzare le femmine di cane e a fare giornate del chip come è stato fatto in passato con successo».

I due cani avvistati a Pratogiardino e subito accalappiati
I due cani avvistati a Pratogiardino e subito accalappiati

Zappi, a proposito di episodi che pesano economicamente sulla comunità, vuole lanciare anche un appello alla cittadinanza: «Se vedete un randagio per strada o in città, prima di telefonare ai vigili urbani, chiamate noi: abbiamo il lettore del microchip e possiamo verificare se l’animale ne è dotato. In questo modo evitiamo lo stress del canile per il cane e anche di far intervenire il veterinario incaricato, che comunque ha un costo per la collettività. Questo per evitare che si verifichi ancora l’episodio di ieri, quando sono stati avvistati due cani a Pratogiardino, a Viterbo. Noi dell’associazione eravamo sul posto col lettore ma il veterinario non solo ci ha impedito di verificare la presenza del chip, ma lui stesso non lo ha fatto, spedendo direttamente le due bestiole, tra l’altro docili e innocue, in canile. Ripeto, si sarebbe potuto evitare lo stress per gli animali e anche risparmiare i soldi dell’intervento del medico, che sono comunque a carico di tutti noi».

Giovedì 27 agosto 2015

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