di Sabrina Mechella
Seconda “Giornata del microchip gratuito”, stamattina la conferenza stampa di presentazione a Palazzo dei Priori, a Viterbo. A presentare l’iniziativa la delegata comunale al benessere degli animali, Maria Rita De Alexandris, l’assessore al Bilancio, Lisetta Ciambella e Giovanni Chiatti, coordinatore del Servizio Veterinario Ausl Viterbo. Parliamo di microchippatura gratuita di cani, iniziativa sempre firmata dalla consigliera comunale come per la prima edizione che si replica per la seconda volta. Lo scorso anno ha avuto un grande successo e ha visto esaurirsi in mezza giornata i 300 chip messi a disposizione. L’appuntamento è per sabato 16 aprile in piazza dei Caduti, a Viterbo, dalle 10 alle 19.
“Questa volta i chip sono 200 – ha spiegato la De Alexandris – e abbiamo voluto dare un taglio più specifico: daremo la precedenza, infatti, ai cani meticci e ai cagnolini che sono stati recuperati dai cittadini e adottati. Per quanto riguarda i cani di razza, pensiamo che siccome hanno un costo si suppone che i proprietari possano spendere anche pochi euro per questa procedura. Si tratta di una mini sanatoria, lo sappiamo, perché la chippatura dei cani è obbligatoria entro i primi tre mesi di vita del cane ma non c’è problema, perché applicheremo i dispositivi anche sui cani adulti”.
La chippatura del cane, come ha ricordato la consigliera, è un primo passo per la salvezza dell’animale: “I cani fuggono, si sa. Ma con il chip si evita loro il canile, esperienza drammatica e spesso irreversibile se non riesce a risalire al proprietario. Mi preme ringraziare in primis la Ausl di Viterbo, con la quale si è istaurata una bella collaborazione e tutte le associazioni animaliste che oggi sono qui presenti: Faul, Musi Sereni Onlus, Oipa, gli attivisti Nicola Pollastrelli e Leonardo De Angeli, nonché Paola Paiolo, che presiede lo sportello animali del Comune. E vorrei anche sottolineare che la giornata del chip gratuito non costa nulla alla collettività. Il prossimo passo, spero a breve, sarà il mese delle sterilizzazioni gratuite”.
“Diciamo che apprezzo i ringraziamenti - ha sottolineato Chiatti – ma stiamo cercando solo di fare il nostro lavoro, dando un significato a quelli che sono gli obiettivi di legge. Il Comune di Viterbo, infatti, spende moltissimo per una situazione vergognosa che è quella drammatica dell’abbandono dei cani, i quali non solo hanno diritto a una vita migliore, perché il canile comunque è una tristissima condanna a vita, ma che costa tanto alla collettività. Per questo desidero ringraziare pubblicamente le associazioni animaliste di volontari che svolgono un lavoro indispensabile sul territorio e dalle quali abbiamo un contribuito pratico e di idee. Dal 2014 abbiamo recuperato sul territorio 2500 animali non censiti, ma abbiamo anche visto leggermente diminuire il numero di accalappiamenti. In concreto i prossimi passi che vogliamo attuare, con il placet e soprattutto i fondi della Regione Lazio, sono tre: far diventare la giornata del chip gratuito un appuntamento annuale fisso; l’adozione da parte della Ausl di una convenzione con i veterinari privati per la sterilizzazione gratuita di animali di proprietà di persone con difficoltà economiche accertate – pensionati minimi, disoccupati, situazioni socio sanitarie in cui l’animale ha un ruolo terapeutico –. Infine la formazione di un capitolato normativo per un parco canile, perché le attuali norme in merito alle strutture che ospitano animali non rispondono più al benessere animale. Ci sono splendidi episodi a Perugia, ad esempio: possiamo attuarli copiando l’esempio anche da noi”.
“La gestione dei canili costa al Comune una spesa spropositata – ha aggiunto la Ciambella – e abbiamo tentato di tutto per contenerla, compreso l’abbassamento dei costi di mantenimento. Si deve lavorare assolutamente sulla prevenzione per evitare che i cani vengano abbandonati. Il Comune sta lavorando per cercare i fondi per attuare un progetto di affidamento di cani che risiedono nei canili della zona a famiglie selezionate. Il contributo versato agli affidatari sarebbe comunque inferiore al costo di mantenimento in una struttura e per evitare situazioni di lucro ci saranno controlli puntuali da parte degli organi di polizia locale per verificare le condizioni degli animali. A lungo termine stiamo considerando anche la possibilità di creare un parco canile in un terreno che si trova tra Viterbo e Bagnoregio, che sia facilmente accessibile ai visitatori. In merito alla gestione del canile di Bagnaia, abbiamo pubblicato un bando e mi auguro che sia aggiudicato da chi non lucra sugli animali, ma che comunque sia aggiudicato a un professionista del settore”.
L'assessore Ciambella, però, parla del bando come se fosse già stato pubblicato: cercando all'apposita sezione nella pagina web del Comune di Viterbo non ve ne è traccia.
Nonostante Chiatti affermi che gli accalappiamenti stiano calando, nella sola scorsa settimana sono stati abbandonati e condotti in canile 48 cuccioli di maremmano, probabilmente figli di cani pastore. Oltre al fatto che il canile per questi animali equivale a una condanna a vita in carcere – un maremmano non lo tieni in salotto - c’è da ricordare che un cane in una struttura pubblica o convenzionata costa alla comunità circa 1000 euro l’anno.
La domanda a Chiatti a questo punto è sorta spontanea: non sarebbe opportuno eseguire controlli a tappeto nelle campagne per verificare se le femmine di cane pastore siano sterilizzate, quando i veterinari Asl verificano le condizioni degli animali da reddito? “Non è facile – ha risposto Chiatti - perché spesso quando ci rechiamo sul posto nascondono quello che non dobbiamo vedere, ma ci stiamo attivando per attuare più controlli, anche se il personale è scarso”. Un’ammissione di parziale impotenza nei confronti di un problema che, in vista della bella stagione, rischia di riproporsi come ogni anno in tutta la sua drammatica attualità con abbandoni giornalieri di cuccioli, in maggior parte, come confermato dallo stesso Chiatti, di razza maremmana e da caccia che entreranno in canile per non uscirne mai più.
A questo punto è proprio il caso di affermare che prevenire è meglio che curare.
Mercoledì 6 aprile 2016
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