Redazione Online
Lo scorso 6 aprile, a Soriano del Cimino, la signora Fiorella Panunzi trova i suoi tre cani crudelmente uccisi a colpi di fucile in testa. Sembra una vera e propria esecuzione. L'animalista Antonella Bruni interviene con questa nota, chiedendo con forza che venga rintracciato il colpevole.
È vero, non sembra esserci fine agli orrori delle azioni umane e i tre poveri cani uccisi a Soriano nel Cimino con una crudeltà inaudita, ne sono una rappresentazione agghiacciante.
Non ce lo nascondiamo: non sarà l’ultimo episodio, né questo, né quelli che seguiranno, perché se continueremo a ritenere che, in un crescendo rossiniano di azioni inumane e criminali, c’è sempre un fatto più grave di quello che colpisce la nostra attenzione, finiremo per assuefarci a tutto e di più.
Le considerazioni che possono scaturire da questi fatti sono molteplici, ma non per ultimo è legittimo chiedersi, per esempio, se molto di quel senso di totale impunità che è sotteso a questi atti e quelli, sempre più numerosi, di maltrattamento agli animali, siano anche da addebitare alle scarsa incidenza delle attività svolte da tutti quegli apparati pubblici che hanno specifiche competenze in materia di animali, del loro benessere e della loro tutela.
A vedere gli scarsi risultati in tema di prevenzione al randagismo, riduzione dei canili e dei loro disgraziati ospiti, vigilanza e controlli sistematici sul territorio, con particolare cura ai casi di maltrattamento, i dubbi sembrano più che plausibili.
In questa ottica non sembra neppure infondato ipotizzare che azioni gravi come quello di Soriano trovino i presupposti proprio in questa generalizzata mediocrità e impunita illegalità che permea la nostra epoca. Diamo il giusto nome alle cose: c’è un criminale, ovvero una persona cattiva capace di fare del male – definita comunemente folle solo per darci un alibi che possa in qualche modo essere accettato dalla nostra mente – che gira libero e quindi in grado di ripetere la stessa azione nei confronti di altri esseri viventi umani e/o animali.
Questa è la realtà e non possiamo consentire che il tutto si esaurisca nel brevissimo tempo in cui una notizia vive la sua attualità, ma dobbiamo contribuire a trovare il colpevole; dobbiamo pretendere, che alla pari di altri reati, puniti dal nostro ordinamento giuridico, anche questi compiuti a danno di esseri incolpevoli ed indifesi, che non hanno voce propria, vengano aperti i relativi procedimenti ed indagini per assicurare alla giustizia il vigliacco bastardo di turno.
A Viterbo abbiamo potuto plaudire ad alcune condanne esemplari in materia di reati verso gli animali da parte di altrettanti giudici che è giusto ringraziare per la professionale sensibilità e civiltà giuridica delle loro sentenze.
Aiutiamo, quindi, il corso di una auspicabile giustizia fornendo le nostre testimonianze, non lasciamo sola la signora Panunzi, proprietaria dei tre poveri cani, non consentiamo che il mostro giri impunito e si nasconda tra noi.
Chi ha goduto del privilegio di essere amato/a dal proprio cane sa bene quali sentimenti esclusivi questi esseri semplici e straordinari riescono a far vivere al proprio padrone/a, tanto che la loro mancanza è un lutto vero, un dolore inconsolabile.
Facciamo qualcosa, anche minima, ma non restiamo indifferenti!
Antonella Bruni
Giovedì 14 aprile 2016
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