di Sabrina Mechella
Lasciato accanto ai secchi dell’immondizia, come un qualsiasi rifiuto, magro da far paura, forse morto di stenti. Il cane di razza segugio è stato ritrovato così ieri mattina da un cittadino in strada Montigliano, alle porte di Viterbo. L’uomo ha subito allertato le autorità competenti che hanno accertato che il cane non aveva il microchip, ma solo un collare di metallo senza targhetta. Un caso che ricorda molto quello di Palla, la giovane pitbull ritrovata vagante nelle campagne della Sardegna con un laccio al collo, allo stremo delle forze. Palla si è ripresa e sta bene: la sua storia ha commosso tutta l’Italia e il mondo ma a quanto pare non è servita a sensibilizzare le persone rispetto al problema del randagismo.
A uccidere questo cane, oltre probabilmente la fame, è stata l’indifferenza. A quanto pare l’animale era stato visto più volte in zona, ma nessuno ha pensato di allertare le autorità o le associazioni animaliste. Molto forte la reazione di queste ultime e anche di Maria Rita De Alexandris, delegata al benessere degli animali al Comune di Viterbo.
«Ci siamo scandalizzati della tremenda morte di Angelo, il cane trucidato da quattro balordi a Sangineto – afferma la onlus viterbese Mifido Difido – ma noi da queste parti non siamo diversi. Decine gli abbandoni quotidiani di cani, decine i cuccioli di gatto gettati nell’immondizia. Con questo ci dobbiamo confrontare ogni giorno. Questo povero cane, forse di proprietà di un cacciatore per via della razza, secondo alcune testimonianze ha vagato per giorni interi in centri abitati e non ha trovato nessuno che si preoccupasse di lui. Sarebbe bastato lasciargli del cibo e chiamare noi, che siamo attrezzati e sappiamo come recuperare gli animali vaganti. Invece è stato scaricato, ormai cadavere ridotto a uno scheletro, accanto ai bidoni dell’immondizia. Non possiamo definirci come una città civile se accadono queste cose».
Un grido di accusa condiviso anche dalla De Alexandris, che a caldo commenta: «Non so se sono più triste o arrabbiata, forse tutte e due le cose insieme – afferma -. Ho sempre pensato che chi riesce a fare violenza così possa essere considerato a tutti gli effetti un potenziale assassino e un pericolo anche per gli uomini. Non si può arrivare a questo senza non avere una predisposizione alla violenza, non si può prendere un cane e trattarlo così. Non c’è differenza tra i fatti di Sangineto e questo, provo lo stesso schifo, la stessa rabbia, la stessa tristezza. Chiedo a chiunque possa farlo, chi ha visto o sentito, di parlare. Troppe denunce contro ignoti, troppa indifferenza, troppa cattiveria. Il cagnolino trovato morto è un segugio, lasciato con un sacchetto di crocchette nella spazzatura in strada Montigliano, magro da far vedere le ossa, forse morto per la fame e senza microchip. Chi ha fatto tutto ciò lo ha fatto deliberatamente, chi sa e non parla è tale e quale a chi ha commesso il reato».
Le autorità stanno indagando ma, in assenza di microchip, sarà difficile risalire al proprietario. L’unica possibilità per fare giustizia è quella di parlare se si è conoscenza di fatti che potrebbero fare luce sulla vicenda, anche in forma anonima. Per spezzare quel muro di omertà che non fa onore alla Tuscia.
Martedì 25 ottobre 2016
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