di Sabrina Mechella
“Reggere l’anima con i denti”, questa la parola d’ordine per Luca Chiodi, viterbese - avvocato per professione, biker per diletto – che in coppia con l’italo-israeliano Angelo Di Veroli sta disputando l’Absa Cape Epic in Sudafrica, gara in mountain bike a tappe. Oggi, dopo il prologo di domenica, la prima vera tappa, quella che ha fatto capire ai 1200 atleti partecipanti provenienti da ogni parte del mondo (e tra questi i più forti specialisti delle ruote artigliate) le reali difficoltà della competizione.
Un percorso di 113 chilometri con 2800 metri di dislivello, disputata tutta sotto la pioggia. Settantaseiesimi assoluti e 17esimi nella categoria Master. Gara chiusa con il tempo di 7 ore, 5 minuti e 32 secondi. Non c’è che dire, un ottimo risultato ma qualcosa da recriminare la coppia Chiodi-Di Veroli ce l’ha, eccome. Entrambi hanno avuto problemi tecnici alle forcelle tanto da essere costretti a rallentare molto nelle lunghe e difficili discese incontrate sul percorso. E non finisce qui, adesso stanno facendo una corsa contro il tempo nella speranza di una riparazione che gli consenta di tornare in gara in piena efficienza tecnica.
«Faremo l’impossibile per ripartire e portare a termine tutte le tappe della Absa Cape Epic – ha dichiarato Luca Chiodi subito dopo l’arrivo a Elgin – consci anche del fatto che la competizione è solo all’inizio e bisogna sapersi amministrare le forze. La nostra ambizione è quella di dare il massimo e ben figurare, d’altro canto stiamo vivendo un’esperienza eccezionale che in molti ci invidiano. E per questo non ne vogliamo sprecare nemmeno un istante».
Per la cronaca: la tappa di oggi è stata vinta dalla coppia formata dallo svizzero Chistoph Sauser, vincitore delle tre precedenti edizioni, e dal ceko Jaroslav Kulhavy, campione olimpico 2012.
Oggi secondo stage, partenza e arrivo a Elgin, per 92 chilometri di lunghezza e 2300 metri di dislivello.
Lunedì 16 marzo 2015
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