All'Absa Cape Epic non solo agonismo e fatica. «Paesaggi stupendi da mozzare il fiato»

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All'Absa Cape Epic non solo agonismo e fatica
«Paesaggi stupendi da mozzare il fiato»

Quinta tappa senza sussulti per il viterbese Luca Chiodi in coppia con italo israeliano Angelo Di Veroli. «Ci siamo risparmiati in vista delle ultime due giornate di gara»

di Sabrina Mechella

Absa cape Epic, ancora due giorni di gara in Sudafrica
Absa cape Epic, ancora due giorni di gara in Sudafrica

Quinta tappa dell’Absa Cape Epic di mountain bike in Sudafrica, un’altra giornata in sordina per la coppia composta dal viterbese Luca Chiodi e dall’italo israeliano Angelo Di Veroli. Da Worcester a Wellington, 117 chilometri con un dislivello di 2500 metri. Giunti all’arrivo in 130esima posizione assoluta, 35esimi nella categoria Masters. Un risultato di poco diverso da quello del giorno precedente e adesso i due scendono al 98esimo posto nella classifica assoluta mantenendo invece la 23esima posizione in quella di categoria. Al traguardo primi ancora una volta lo svizzero Chistoph Sauser e il ceko Jaroslav Kulhavy. Al secondo posto il tedesco Karl Platt e lo svizzero Urs Huber.

“Oggi tappa lunga – ha detto Luca Chiodi all’arrivo – e abbiamo pedalato cercando di risparmiare le energie in vista delle due ultime giornate che prevedono percorsi assai duri”. Domani, sabato, si corre con partenza e arrivo a Wellington. Settantuno chilometri per un dislivello di 2000 metri. “Gara corta – sottolinea Chiodi – ma ricca di insidie e di tratti in salita assai faticosi”.

Il villaggio degli atleti
Il villaggio degli atleti

Nella tappa odierna, affrontata in economia, l’atleta viterbese è riuscito anche a gustare il paesaggio. “Oggi gli ultimi 50 chilometri sono stati bellissimi, il paesaggio toglieva il respiro. Creste montuose imponenti, sembrava di stare sulle Dolomiti. Abbiamo attraversato alcuni villaggi di contadini che coltivano mele, pere e uva. Assiepati lungo la strada a fare il tifo per tutti, dal primo all’ultimo. È stato commovente – aggiunge Chiodi – vedere tutte quelle scolaresche esultare al passaggio della corsa”.

Ma non c’è tempo da perdere, domani si riparte. “Anche dopo la gara – racconta Chiodi – non si sta mai fermi. Arrivati al traguardo si consegna la bici ai ragazzi del lavaggio i quali, appena terminato il servizio, ti mandano un sms. Poi doccia e consegna divisa sporca alla lavanderia che la mattina dopo te la consegna pulita. Quindi in sala massaggi, senza quelli non si riparte, quindi si passa alla preparazione delle borracce per il giorno dopo. Vanno consegnate all’organizzazione che pensa a consegnarle durante la gara”.

Non c’è tempo per fare altro. “Alla fine si cena dopodiché – conclude l’atleta viterbese - io vado a dormire, la mattina sveglia alle 5”.

Venerdì 20 marzo 2015

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