di Sabrina Mechella
L’ultima azione popolare di Viterbo Civica ha chiamato in causa direttamente i politici viterbesi, che hanno disertato l’invito a partecipare alla raccolta di immondizia di ieri pomeriggio nell’area verde sopra piazza dei Caduti, a Viterbo. Sacchi e sacchi di rifiuti tra bottiglie di birra, cartacce, plastica e altro ancora, che giacevano indisturbati da tempo immemore. I cittadini e i volontari dell’associazione viterbese, nonostante la pioggia, si sono prodigati per ripulire l’area che si trova in pieno centro storico: ad affiancarli l’ex sindaco Giulio Marini e il lirico viterbese Alfonso Antoniozzi, venuto appositamente da Perugia. Amministratori viterbesi dunque assenti e sordi alla chiamata, come ha sottolineato Lucio Matteucci, presidente di Viterbo Civica.
Ma non sarà il caso di ascoltare i cittadini? A dire il vero, un primo passo di avvicinamento il neo assessore comunale all’Ambiente, Andrea Vannini, lo ha fatto, incontrando il Gruppo Quartiere S. Barbara proprio l’altro ieri per parlare del decoro urbano della popolosa zona periferica cittadina. Ma c’è un problema di fondo: lo scollamento tra amministratori e cittadini, i quali denunciano apertamente la sofferenza nel sentirsi esclusi da ogni decisione presa dall’alto. Ma un altro modo di far politica esiste, un sistema che renda partecipi e felici gli abitanti di una comunità c’è, ed è a pochi chilometri da noi.
Chi ha reso possibile quello che sembra solo una bella utopia si chiama Bengasi Battisti, primo cittadino di Corchiano, cittadina premiata più volte a livello nazionale per le sue politiche virtuose. I soci di Viterbo Civica sono andati a parlare con lui, per capire come ha fatto a raggiungere il 95 per cento di raccolta differenziata e a riportare al centro della sua amministrazione la persona, creando un consenso praticamente unanime tra i suoi cittadini. Ne è scaturita una lunga conversazione, pubblicata di seguito, durante la quale Battisti non nomina mai la parola “denaro”. Parla, piuttosto, di buone pratiche e di partecipazione, di unità e di relazioni consapevoli tra cittadini e luogo di origine. Di consigli comunali aperti, dove tutte le persone possono esprimere la propria opinione, di bollette più basse alle famiglie che fanno più differenziata. Premi, non punizioni. Ascolto, non decisioni calate dall’alto. Andando in giro per l'Italia e "copiando" quello che c'era di buono a livello amministrativo. Incaricando i giovani del paese a cercare la soluzione di raccolta differenziata migliore e a proporla ai cittadini. E tutto questo ha prodotto risultati che sono noti a livello nazionale.
«La nostra storia è quella di un Comune che si è interrogato su alcune questioni e facendo questo siamo andati in giro e abbiamo appreso da altri – spiega Battisti -. In altre parole abbiamo intercettato l’esperienza dei Comuni Virtuosi che vanno da centri di pochi abitanti a quelli più ampi. Capannori (in provincia di Lucca http://www.rifiutizerocapannori.it/rifiutizero/) per esempio, ha 50 mila abitanti ed è dunque paragonabile a Viterbo. Per aderire all’associazione è necessario possedere delle caratteristiche che hanno a che vedere con la gestione virtuosa dell’ambiente e dei beni comuni, sottoposti a monitoraggio: non basta avere un progetto rifiuti zero, il piano regolatore con consumo di suolo zero, ma la stessa associazione verifica che i parametri rimangano gli stessi ogni anno. In caso contrario si viene cancellati dalla lista. Nel 2010 per noi è venuta la grande svolta, quella di partecipare al premio “Comuni a 5 stelle” da cui siamo usciti vincitori. Se diventassi sindaco di Viterbo – spiega il primo cittadino di Corchiano - per prima cosa cercherei di ricostruire la comunità che in questi ultimi anni, per una serie di ragioni, si è persa. Il che vuol dire relazioni consapevoli tra gli abitanti e il luogo che abita. Questa diffusione di saperi porta a un protagonismo nuovo dei cittadini, che passa attraverso una partecipazione attiva di essi e la possibilità di contaminare le scelte dei governi locali.
I cittadini introdotti nelle buone pratiche locali che trasformano la città, e che ognuno potrà mostrare con orgoglio, sono l’elemento fondamentale da cui partire. Le consapevolezze sono il focalizzarsi sulle ricchezze che abbiamo e che vogliamo mettere in evidenza. Come fare questo? Magari con dei consigli comunali aperti, quando si è chiamati a decidere sul bene pubblico con il cittadino partecipe su decisioni cruciali per la città. L’acqua, ad esempio, uno dei beni comuni: esauribile, non riproducibile e indispensabile per la vita di ognuno così come il paesaggio, le relazioni, la cultura, il territorio, la tutela dei luoghi. Quando io discuto di queste cose ritengo che il consiglio comunale debba essere aperto, dove i cittadini possono prendere la parola e verbalizzato quello che dicono. Prossimamente abbiamo un incontro sulle cave esaurite e non recuperate, che spesso vengono utilizzate come discariche: noi stiamo introducendo una norma urbanistica a tutela di questo e il consiglio comunale sarà aperto.
Amministrare non vuol dire gestione economica – sottolinea Battisti -: le relazioni, la comunità, persino l’acqua non hanno neanche dignità di capitolo ma sono cose estremamente importanti. Per quanto riguarda la differenziata noi abbiamo costruito un percorso con un’esperienza locale, un gruppo di giovani a disposizione della comunità che hanno aderito a un progetto che si chiamava “Non solo carte bollate”, i quali con un piccolo investimento hanno fatto un corso sulla raccolta differenziata, hanno girato andando a visitare altri paesi e poi hanno prodotto l’idea: in altre parole il progetto di differenziata è partito dai nostri giovani. Questa loro idea è stata recepita e trasformata in norme dai tecnici. Questi ragazzi per un anno si sono confrontati con la comunità che esprimeva i dubbi e le perplessità, soprattutto gli anziani che, portando elementi di criticità, venivano discussi insieme. Pian piano si è perfezionata l’idea e da questa poi si è indetto l’appalto pubblico ed è partita la gestione della differenziata. I ragazzi non si sono fermati lì ed hanno costituito la “Bottega delle buone pratiche”, un’associazione no profit dove le persone possono recarsi per apprendere e informarsi rispetto al tema rifiuti.
L’azienda che gestisce i rifiuti è la Sate di Civitacastellana, che ha offerto le condizioni migliori e che ci ha permesso di raggiungere il 90 per cento di raccolta differenziata su ogni tipo di materiale col porta a porta. I proventi della differenziata poi finiscono nelle casse comunali, per esempio andando a ridurre la tariffa per coloro che conferiscono nella differenziata. A ogni conferimento in meno per famiglia nell’indifferenziato – che è tracciato con microchip – viene detratto un euro dalla bolletta. Funziona per Corchiano, che è un piccolo comune ma anche a Capannori il sistema funziona benissimo. Per quanto riguarda i rifiuti particolari, come le batterie delle auto, i rifiuti elettronici, c’è l’isola ecologica, aperta tutti i pomeriggi compreso il sabato.
Tra i vari premi che sono stati conferiti a me e al Comune di Corchiano – ha spiegato il sindaco - quello che mi ha fatto più piacere è stato il premio Mimmo Beneventano, il medico e giornalista ucciso nel ’78 dal clan di Cutolo perché si opponeva alla lottizzazione di aree sottoposte a tutela ambientale, che mi è stato assegnato lo scorso anno. Un riconoscimento importante perché coniugare le buone pratiche con la legalità per me è fondamentale.
Altri comuni sono venuti a chiederci consiglio sulla gestione virtuosa del territorio – ma non quello di Viterbo – e del resto ogni anno si svolge la “Scuola di Alt(r)a amministrazione” dove i sindaci si riuniscono e discutono di diverse problematiche, come l’acqua ad esempio, portando la loro esperienza. Diciamo che ci sono delle possibilità per contaminarsi, per raccontarsi e per migliorare. Basta volerlo».
Domenica 1 febbraio 2015
© Riproduzione riservata
2711 visualizzazioni