Ecosistema Urbano, Viterbo penalizzata dalle mancate risposte dell'amministrazione

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Viterbo | 21mo rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi

Ecosistema Urbano, Viterbo penalizzata
dalle mancate risposte dell'amministrazione

La città dei Papi si piazza all'84mo posto su 104 capoluoghi di provincia italiani. «Inviamo il questionario ogni anno all'indirizzo del sindaco - dice Mirko Laurenti di Legambiente - ma, anche stavolta, non abbiamo ricevuto le dovute risposte»

di Sabrina Mechella

Il rapporto annuale Legambiente sull'ecosistema urbano
Il rapporto annuale Legambiente sull'ecosistema urbano

Presentato stamani a Torino il 21mo rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani realizzato in collaborazione con l'Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore.

Quest’anno, sono 18 gli indicatori selezionati per confrontare tra loro i 104 capoluoghi di provincia italiani. Tre indici sulla qualità dell’aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre sulla gestione delle acque (consumi, dispersione della rete e depurazione), due sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull’offerta, il secondo sull’uso che ne fa la popolazione), cinque sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali), uno sull’incidentalità stradale, due sull’energia (consumi e diffusione rinnovabili). Quattro indicatori su diciotto selezionati per la classifica finale (tasso di motorizzazione auto, tasso di motorizzazione moto, incidenti stradali e consumi energetici domestici) utilizzano dati pubblicati da Istat.

Nella classifica finale dell’ecosistema urbano, su 104 capoluoghi di provincia italiani esaminati nel 2103, Viterbo si piazza all’84mo posto, con il 39,47% dei punti assegnabili (Media italiana 49,31%).

Nel dettaglio, il dato sulla città dei Papi per la qualità dell’aria, biossido di azoto, Pm10, Ozono, risulta non dichiarato. Stessa cosa per i consumi idrici domestici, dispersione della rete, capacità di depurazione delle acque.

Viterbo si piazza bene (18mo posto) nella produzione di rifiuti urbani, con 457,4 Kg pro capite annui.

Bene anche la raccolta differenziata (15mo posto) con 58,8% di rifiuti recuperati sul totale degli scarti prodotti.

Diciannovesimo posto su 45 tra le piccole città per la sezione trasporto pubblico, con 21 passeggeri trasportati annualmente per abitante dal trasporto pubblico, mentre sono solo 14 i chilometri percorsi da ogni viterbese ogni anno sui bus locali (33mo posto).

Non pervenuti indice di spostamento annuale su mezzi privati (auto e moto), mentre il tasso di motorizzazione è molto alto: 73 auto circolanti ogni 100 abitanti piazzano il capoluogo della Tuscia al 99mo posto. Meglio, ma di poco, i motocicli: 14 ogni 100 abitanti (75mo posto). Medio anche l’indice di incidentalità stradale, con 0,46 morti ogni 10mila abitanti (47mo posto).

Non pervenute isole pedonali, mentre le piste ciclabili sono assai esigue: 0,34 metri ogni 100 abitanti (88mo posto). 51mo posto per i consumi elettrici domestici, con 1.124 Kwh pro capite annuali, non pervenuto il dato sulle rinnovabili rispetto alla potenza istallata sugli edifici comunali.

Bassa anche la percentuale di verde urbano fruibile, con 17,7 mq per abitante (66mo posto), mentre le aree verdi totali sulla superficie comunali sono solo il 5,3 % (73mo posto).

Risale al 2006 l’ultimo piano di zonizzazione acustica a Viterbo, da allora non risultano piani di risanamento in atto.

Su 52 veicoli a motore utilizzati per il trasporto merci, trasporto urbani, pulizia e raccolta dei rifiuti, l’11,5% sono a metano, il 9,6% a Gpl, il 1,9% ibridi e il 76,9% a benzina o gasolio.

Infine, su 16mila risme di carta comprate del comune di Viterbo, il 25% è carta riciclata e il 75% è non eco-compatibile.

«Purtroppo il basso punteggio in classifica di Viterbo è determinato dal fatto che l’amministrazione comunale non risponde ai nostri questionari, che inviamo ogni anno all’indirizzo del sindaco – dichiara Mirko Laurenti, curatore dell’indagine -. Siamo stati dunque costretti ad attingere a fonti secondarie, come per esempio per la quantità di auto per abitante rivolgendoci alla Motorizzazione o ai dati Istat. Questo ha reso il profilo della città molto incompleto e dunque penalizzante rispetto a chi ha risposto alle nostre domande».

La parola al sindaco Michelini, la prossima volta recepirà il messaggio?

Lunedì 27 ottobre 2014

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