di Sabrina Mechella
“Vi diranno che votando Sì al referendum si perderanno posti di lavoro. Non è così”. L’argomento è il referendum abrogativo del prossimo 17 aprile, consultazione di cui i media parlano poco o nulla. Ci hanno pensato i componenti del neo Comitato unitario “Vota Sì per fermare le trivelle” a spezzare quello che hanno definito “un muro del silenzio terrificante sulla vicenda”. Stamattina la conferenza stampa di presentazione del comitato che avrà il compito di unire le forze e far conoscere l’argomento ai votanti della Tuscia, composto da Libera Viterbo, Fare Verde provincia di Viterbo, LipuViterbo, Legambiente provinciale di Viterbo, Arci Comitato provinciale di Viterbo, Slow Food Viterbo, Rete degli studenti medi Viterbo. A parlare i rappresentanti di alcune delle associazioni che hanno promosso la costituzione del Comitato: Umberto Cinalli di Legambiente; Silvano Olmi di Fare Verde, Marco Trulli di Arci; Claudia Storcé di Slow-Food e Enzo Calevi della Lipu. La campagna referendaria partirà con una assemblea pubblica, aperta alla partecipazione di singoli cittadini e associazioni, che si terrà a Viterbo giovedì 17 marzo, alle 17.30, presso lo spazio Arci Bianco Volta, in via delle Piagge 23.
“L’intento del comitato – ha spiegato Umberto Cinalli di Legambiente – è quello di unire e coordinare l’impegno di cittadini, associazioni e comitati, presenti nel viterbese e che stanno dando la loro adesioni in queste ore, tra i primi l’Arci di Caprarola e il Coordinamento Rifiuti Zero Lazio di Viterbo. Inoltre daremo vita a una serie di manifestazioni, volantinaggi, flash mob e convegni, per rompere il muro di silenzio che avvolge il referendum del 17 aprile. La vittoria del Sì – ha concluso Cinalli – sancirà che gli italiani vogliono l’efficienza energetica, le energie rinnovabili pulite e sicure, la ricerca e l’innovazione”.
“Votando Sì al referendum – ha aggiunto Silvano Olmi di Fare Verde – si cancella la norma che consente alle società petrolifere, di cercare e estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane, senza limiti di tempo. Già le compagnie petrolifere godono di agevolazioni fiscali e non versano nulla nelle casse dello stato italiano per le prime 50.000 tonnellate di petrolio e i primi 80 milioni di metri cubi di gas estratti ogni anno. L’anno scorso, a fronte di decine di concessioni, lo stato italiano ha incassato appena 340 milioni di euro. Infine - ha detto Olmi – tutto il petrolio presente sotto il mare italiano sarebbe sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale di greggio per sole sette settimane e le riserve di gas per appena sei mesi”.
Claudia Storcé ha sottolineato l’impegno di Slow Food per la tutela della catena alimentare, la difesa dell’ecosistema e dell’ambiente marino che sono presupposto imprescindibile per una alimentazione sana.
Marco Trulli di Arci ha assicurato la massima collaborazione a sostegno di un referendum “che ridà la parola ai cittadini, che potranno così esprimersi in merito”.
Per Enzo Calevi della Lega Italiana Protezione Uccelli il referendum “è l’occasione per sensibilizzare la popolazione, specialmente i giovani, sui temi ambientali”.
Per info: Umberto Cinalli, Legambiente, ucinalli@libero.it; telefono 338.4356568 Silvano Olmi, Fare Verde, s. olmi@fareverde.it; olmisilvano@alice.it, telefono 392.9772536
Martedì 15 marzo 2016
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