Redazione Online
Oli usati, bene la raccolta ma collocando i contenitori col fotovoltaico con raziocinio. Ecco quanto osserva al proposito un cittadino, Fabio Gionfrida.
Molti Comuni si stanno adeguando all’utilizzo della tecnologia verde, per l’approvvigionamento di energia elettrica, basti osservare come molti cartelli e pali di illuminazione pubblica siano quasi sempre dotati di pannelli fotovoltaici. E fin qui tutto bene, anche perché questo significa minori consumi, ma soprattutto perché l’energia così prodotta non comporta l’incremento di anidride carbonica riducendo l’inquinamento planetario. L’utilizzo corretto del pannello fotovoltaico dipende fortemente dal contesto territoriale in cui opera, come esposizione solare, inclinazione e direzione, anche perché il materiale di cui si compone è costoso e ha una durata limitata. L’amministrazione che intende valersi di questi sistemi per produrre energia elettrica dovrà necessariamente valutare il contesto in cui si colloca, con particolare attenzione alla presenza di ombreggiature che potrebbero impedire ai raggi solari di penetrare e dunque di generare l’energia elettrica, oltre ad aspetti come polverosità, temperatura e altri.
Recandomi in zona Murialdo ho osservato come la Provincia di Viterbo abbia scelto di adottare questo sistema per alimentare il contenitore per il ritiro di oli usati, un’iniziativa positiva peccato però che il piccolo pannellino fotovoltaico di pochi watt li presente sia posto proprio al di sotto di un albero, collocato al centro di un marciapiedi adesso non più percorribile, in un contesto fatto di alti palazzi posti proprio in direzione sud, ovvero nella direzione in cui andrebbe esposto il pannello per assorbire maggiore quantità di energia e che dunque generano ombreggiature anche durante il periodo invernale. Mi chiedo allora: ma con quale criterio si è scelto di collocare un ottimo sistema come questo proprio li?
Ma ancora: perché posizionarlo su un marciapiede posto al di sotto di un albero, rendendolo inutilizzabile sacrificando e riducendo gli effetti dell’autoproduzione di energia. Non sarebbe stato meglio collocarlo in una delle tante aree parcheggio aperte poste nelle vicinanze, sempre su suolo pubblico? Tra l’altro vedendo il pannello fotovoltaico adottato sembra che lo stesso sia un comunissimo pannello policristallino e dunque poco adatto li dove non vi sia un’esposizione diretta del sole negli orari di picco. Cosa dire? Che alla fine sembra quasi che chi decide non abbia mai la consapevolezza delle proprie scelte, non tenendo mai conto delle questioni tecniche e soprattutto non valutando mai in modo ottimale il rapporto causa/effetto al fine di raggiungere l’optimus che ogni cittadino vorrebbe. Spero vivamente che l’amministrazione provveda a spostare questo apparato in zone più idonee.
Martedì 15 luglio 2014
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