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La giostra "calcinculo" a piazza Fontana Grande, installazione azzardata? Se lo chiede il giornalista e scrittore viterbese Giovanni Faperdue, ripescando nella memoria e pavendando un pericolo crollo della pavimentazione stradale. Ecco il suo intervento.
«Dopo avere detto dell’affronto fatto alla Fontana Grande, e della volontà di tanti viterbesi affinché quel mostro venga rimosso al più presto, per traferirlo in un luogo più acconcio, magari a piazza Martiri d’Ungheria, vorrei anche segnalare il pericolo vero che rappresenta quella piazza. Un pericolo che è affiorato nella mia mente quando ho ricordato i racconti del mio nonno paterno, Orlando.
Il nonno spesso mi raccontava di quando si poteva circolare, passando di cantina in cantina, per una vasta zona sotterranea del nostro Centro Storico. Infatti, fino agli anni 50, i tanti cunicoli scavati nel tufo, sotto la zona antica di Viterbo, erano tutti collegati tra di loro. Solo successivamente si sono cominciati a costruire i muri di divisione, creando tante piccole cantine. Ebbene il nonno mi raccontava che, sovente, insieme ad alcuni amici, entravano in una cantina sotto piazza della Morte, e poi di cantina in cantina, assaggiando una buona quantità di svariati bianchi e rossi, uscivano, “ a riveder le stelle”, a piazza Fontana Grande. Ho voluto citare questi ricordi per evidenziare che proprio lì sotto, dove è stato installato quel pesante mostro di ferro e di plastica, ci sono vari cunicoli di cantine e percorsi sotterranei scavati nel tufo, nei secoli passati. A mio parere quell’installazione, oltre ad essere oltraggiosa per il nostro monumento è anche azzardata. Speriamo che non succeda niente».
Giovedì 25 giugno 2015
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