Due grandi pini tagliati a Ponte di Cetti a Viterbo l'ambiente è d'intralcio

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Viterbo | ma stavolta l'amministrazione non c'entra

Due grandi pini tagliati a Ponte di Cetti
a Viterbo l'ambiente è d'intralcio

Altri due alberi maestosi buttati giù: insistevano su un terreno privato accanto a una nota trattoria, evidentemente davano fastidio

di Sabrina Mechella

Il tronco del pino "malato"
Il tronco del pino "malato"

Continua inesorabile a Viterbo l’abbattimento degli alberi. Ma stavolta l’amministrazione comunale non c’entra. In mattinata, in località Ponte di Cetti, periferia sud di Viterbo, una squadra di operai ha provveduto a tagliare rami e tronco dei due grossi pini che da decenni facevano bella mostra di sé al bordo del grande piazzale antistante una famosa trattoria, accanto alla madonnina.

Alla domanda del cronista: «Perché li avete abbattuti?», uno degli operai ha risposto: «Erano pericolanti». Solito disco, solita musica. A guardar bene il tronco - e le foto lo documentano - quegli alberi appaiono tutt’altro che malati e a rischio caduta. E di fronte alle contestazioni lo stesso operaio non può far altro che aggiungere: «A noi ci hanno detto di buttarlo giù e noi lo abbiamo fatto».
Più informato un signore che abita proprio nei pressi del misfatto e che da quel misfatto appare assai contrariato. «I due pini insistevano su un terreno privato quindi presumo che la richiesta di abbattimento l’abbia fatta il proprietario dello stesso terreno». Ovvio – non si può pensare diversamente – che la Guardia Forestale abbia poi dato il proprio consenso.

Quello che resta degli alberi
Quello che resta degli alberi

Insomma a Viterbo, città d’arte, di cultura e di turismo (ma i cinesi la pensano diversamente) il verde non piace. Non piace né agli amministratori comunali né ai privati. Pari sono visto che entrambi procedono all’abbattimento degli alberi adducendo le motivazioni più sconcertanti.

Considerazioni finali. Nella Città dei Papi arte e cultura ci sono ma non vengono curate e valorizzate, il turismo non viene sfruttato e gli alberi – che poi non sono nemmeno tanti – vengono continuamente tagliati. Per una volta il cronista che registra e che racconta questo avrebbe piacere di essere smentito coi fatti.

Martedì 23 dicembre 2014

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