L'Alta Tuscia scelta dalla Regione Lazio per i piani di sviluppo finanziati dall'Europa

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Viterbo | tutela del territorio, valorizzazione delle risorse, turismo sostenibile

L'Alta Tuscia scelta dalla Regione Lazio
per i piani di sviluppo finanziati dall'Europa

A renderlo noto è Riccardo Valentini, capogruppo di Per il Lazio al Consiglio regionale: «Dobbiamo trasformarle in un’occasione di rilancio, in un volano dell’economia per affrontare insieme le sfide del turismo globale a partire da Expo 2015»

Redazione Online

La mappa delle aree interessate dal rilancio economico
La mappa delle aree interessate dal rilancio economico

«L’Alta Tuscia è tra i territori individuati dalla Regione Lazio per la prima fase di attuazione della Strategia nazionale Aree interne-Strategia per il Lazio. Per le aree selezionate, gli interventi di sviluppo locale saranno finanziati dai fondi comunitari disponibili e riguarderanno i seguenti ambiti di intervento: tutela del territorio, valorizzazione delle risorse naturali e culturali e turismo sostenibile, sistemi agro-alimentari e sviluppo locale, risparmio energetico e filiere locali di energia rinnovabile, artigianato».

A renderlo noto è Riccardo Valentini, capogruppo di Per il Lazio al Consiglio regionale.

«A questa linea di intervento – prosegue Valentini – si affiancherà l’adeguamento dei servizi essenziali di salute, istruzione e mobilità. Le aree individuate dalla Regione sono:

1) Alta Tuscia – Antica Città di Castro; 2) Monti Reatini; 3) Monti Simbruini; 4) Valle di Comino; 5) Isole Pontine. I comuni che fanno parte dell’Area Alta Tuscia-Antica Città di Castro, con una popolazione di 53.587 abitanti e una superficie territoriale di 1244 Km quadrati, sono: Acquapendente, Arlena di Castro, Canino, Capodimonte, Cellere, Farnese, Gradoli, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Latera, Marta, Montalto di Castro, Onano, Piansano, Proceno, San Lorenzo Nuovo, Tessennano, Tuscania e Valentano».

Le Aree Interne sono territori significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (di istruzione, salute e mobilità), ricche di importanti risorse ambientali e culturali e fortemente diversificate per natura a seguito di secolari processi di antropizzazione. Una parte rilevante di queste Aree ha tuttavia subito, dal secondo dopoguerra, un processo di marginalizzazione segnato da calo della popolazione, riduzione dell’occupazione e dell’utilizzo del territorio, riduzione di servizi pubblici e privati. Aree che hanno comunque visto i Comuni cooperare per la produzione di servizi essenziali e valorizzare le risorse ambientali e culturali evidenziando un forte potenziale di sviluppo.

«I Comuni partecipanti a ogni area – spiega il Capogruppo di Per il Lazio – realizzeranno forme appropriate di associazione di servizi (oppure unioni o fusioni) funzionali alla sostenibilità di lungo periodo della strategia di sviluppo. Un risultato importante per il territorio viterbese. L’Alta Tuscia – sottolinea Valentini – ha straordinarie punte di eccellenza. Dobbiamo trasformarle in un’occasione di rilancio, in un volano dell’economia per affrontare insieme le sfide del turismo globale a partire da Expo 2015.

Un’opportunità unica per costruire, in modo partecipato, itinerari e offerta turistica che mettano in sinergia ricchezze storico-artistiche e patrimoni immateriali e antropologici della nostra provincia. L’occasione per dar vita sul nostro territorio ad una Quarta Italia capace di mettere a sistema sviluppo tecnologico e innovazione intelligente, sistema produttivo e vita di tutti i giorni, collegando al mondo ogni singolo territorio. Dobbiamo fare in modo che, anche nel più piccolo dei nostri comuni, ognuno possa mettere radici e programmare il proprio futuro senza abbandonare il proprio territorio.

Questo vuol dire, ad esempio, poter effettuare un esame medico diagnostico in tempo reale collegati in remoto con il migliore specialista del mondo, assistere gli anziani in casa con tecnologie di domotica avanzata, poter lavorare da casa in collegamento con altri colleghi pur restando nella propria comunità, avere una scuola avanzata in cui i nostri figli siano più sicuri e capaci di relazioni sociali. E questo – conclude Riccardo Valentini – non significa ritornare al passato ma essere intelligenti e credere in una nuova proposta di sviluppo».

Sabato 2 agosto 2014

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