Caldo africano, poche e sporadiche a Viterbo le ciotole d'acqua per i cani fuori dai negozi

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Viterbo | È un gesto di civiltà da parte dell’esercente e non costa nulla

Caldo africano, poche e sporadiche a Viterbo
le ciotole d'acqua per i cani fuori dai negozi

I cani randagi per fortuna in città non esistono più, ma ci sono quelli che accompagnano i concittadini nei giri quotidiani, parliamo di migliaia di persone

di Sabrina Mechella

Le ciotole per l'acqua per gli amici animali fuori dei negozi
Le ciotole per l'acqua per gli amici animali fuori dei negozi

“Si rammenta ai proprietari di negozi, botteghe, ed officine l’obbligo di tenere costantemente durante tutta la stagione calda esposto il prescritto recipiente d’acqua monda, affinché i cani vaganti possano dissetarsi. Ogni mancamento all’accennato obbligo sarà irremissibilmente punito con adeguata penale in base al §127 lett. f dello Statuto civico”.

Così il magistrato civico di Trieste, nel lontano 1877 e da allora molte cose sono cambiate. Per esempio non dovrebbe più esistere il randagismo e i cani senza famiglia dovrebbero essere ospitati nei canili. Il condizionale è d'obbligo poichè, specie nel Sud, il fenomeno è ancora di proporzioni spaventose. Il sito di informazione Napolitoday, per esempio, ha lanciato persino una sottoscrizione per invitare i commercianti partenopei a mettere una ciotola d’acqua fuori dal negozio per i cani randagi (http://www.napolitoday.it/social/petizioni/invitiamo-i-commercianti-a-mettere-ciotole-d-acqua-fresca-per-i-randagi.html).

L'avviso del lontano 1877
L'avviso del lontano 1877

L’avviso del 1877, però, fa riflettere sul senso civico riservato ai quattro zampe di allora, cosa che è andata perduta nei nostri giorni. Prendiamo il capoluogo della Tuscia: poche e sporadiche le ciotole per l’acqua a Viterbo fuori dagli esercizi commerciali, ce ne sono solo in qualche negozio riservato agli animali. I cani randagi per fortuna in città non esistono più, ma ci sono quelli che accompagnano i concittadini nei giri quotidiani, parliamo di migliaia di persone. In questi giorni di caldo asfissiante sarebbe un sollievo notevole per i cani abbeverarsi ogni tanto. È un gesto di civiltà da parte dell’esercente, non costa nulla e, diciamolo, è anche una semplice operazione di marketing. Perché il proprietario di un cane nota sempre queste cose e, magari, torna più volentieri nel negozio pet-friendly.

Lo sanno bene i commercianti del centro di Milano, tra i quali Alessandro, titolare del bar Caffè Teatro in Foro Bonaparte, che è stato uno dei primi a posizionare due ciotole d’acqua fresca fuori dal proprio negozio. «Tra i miei clienti - racconta - ci sono molto proprietari di cani. L’acqua fuori dal locale - prosegue -, funziona anche come colonnina sos per i quattro zampe di passaggio». L'esercente milanese ha beneficiato della ciotola donata dal signor Marco Predari, architetto che, assieme all'amico Alessio Tacchini, titolare di un’azienda di materiali plastici, ha stampato le prime 400 ciotole a prezzo di fabbrica, che ha poi distribuito gratutitamente ai negozianti di Montenapoleone, via della Spiga, Brera e altri ancora.

Insomma, a volte basta davvero poco per dimostrare senso civico, come fece il magistrato di Trieste pensando ai randagi assetati da quell'estate torrida.

Domenica 19 luglio 2015

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