Viterbo Civica, i volontari riportano alla luce tre antichi siti viterbesi

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Viterbo | lunedì di festa al lavoro armati di pale, rastrelli e forconi

Viterbo Civica, i volontari riportano
alla luce tre antichi siti viterbesi

Si tratta della Madonna del pesce, dell’abbeveratoio Fontetuccio e del lavatoio Napolino. Situati a quattro chilometri da Viterbo, tra Tobia e S. Martino, risalgono all’incirca al 1700 ed erano ormai da molto tempo ricoperti da una fitta vegetazione

di Sabrina Mechella

Il gruppo dei volontari di Viterbo Civica alla fine della giornata di lavoro
Il gruppo dei volontari di Viterbo Civica alla fine della giornata di lavoro

Tre siti viterbesi dimenticati tornano alla luce. Si tratta della Madonna del pesce, dell’abbeveratoio Fontetuccio e del lavatoio Napolino. I tre siti situati a quattro chilometri da Viterbo, tra Tobia e S. Martino, risalgono all’incirca al 1700 ed erano ormai da moltissimo tempo ricoperti e celati da una fitta vegetazione. Grazie alla segnalazione di un anziano residente nella zona, Angelo Onofri, all’associazione di volontariato Viterbo Civica, oggi sono tornati a vivere.

«Queste strutture sono davvero meravigliose vale davvero la pena essere partecipi alla riscoperta» così Lucio Matteucci, presidente di Viterbo Civica, lanciando l’appello ai viterbesi a partecipare alla giornata. E i cittadini hanno risposto con entusiasmo, nonostante la giornata festiva e il tempo da spiaggia: una trentina tra uomini, donne e anche qualche ragazzino, armati di forconi, pale, rastrelli, decespugliatori, tanta buona volontà e soprattutto amore per il territorio, hanno partecipato attivamente all’operazione recupero. L’atmosfera è giocosa ma si lavora sodo, tutti hanno il proprio ruolo. Si comincia dalla Madonna del pesce, di cui si intravedono solo una parte di arco e un accenno di affresco. Lentamente spunta tutta la struttura e una vasca, in cui i contadini anticamente mantenevano in vita i propri pesci appunto.

Ci si sposta verso l’abbeveratoio Fontetuccio: la via che conduce alla struttura è completamente invasa dai rovi, Lucio Mattecci fa strada col decespugliatore. Si lavora di buona lena ed ecco che riappare una vasca in peperino che una volta probabilmente serviva per abbeverare il bestiame. Non resta che passare all’ultimo sito: il lavatoio Napolino. Completamente nascosto sotto il bordo dell’omonima strada, è alimentato da un corso d’acqua anche questo celato dai rovi. I volontari al lavoro riportano alla vita una struttura notevole, insospettabile nascosta com’era. Stefania Iovine, volontaria di Viterbo Civica, fornisce qualche dato in più sui siti appena tornati alla luce:

«Andando a sfogliare gli archivi comunali abbiamo scoperto che sia la Madonna del pesce, sia l’abbeveratoio Fontetuccio non sono segnalati – spiega – mentre vi è traccia del lavatoio del Napolino. La data in cui questa struttura è stata censita risale al 1844, ma presumiamo che sia ancora più antico. Il lavatoio era molto frequentato dalle popolazioni del luogo, poi il corso dell’acqua fu deviato arbitrariamente da un contadino verso la sua proprietà. La gente allora si rivolse al prete, il quale a sua volta richiese l’intervento al Gonfaloniere, che ordinò di ripristinare l’antico corso d’acqua».

Presenti attivamente alla giornata anche la giovane delegata comunale alle frazioni Martina Minchella e Renzo Lanzi di Archeotuscia: «Anche l’associazione opera per preservare il territorio – spiega – il 22 giugno riprenderà una delle tappe del cammino per la via Francigena, da Proceno ad Acquapendente. Chi completerà tutte le varie tappe con noi fino a Roma riceverà dall’ufficio del Pellegrino a S. Pietro il Testimonium, la pergamena che attesta l’avvenuto percorso del pellegrino. Noi viandanti svolgiamo anche un ruolo di sentinelle – puntualizza - perché segnaliamo alle amministrazioni comunali che incontriamo le varie problematiche nella cartellonistica o nel percorso». La giornata di lavoro finisce, stanchi ma molto soddisfatti.

Dopo la foto rituale di gruppo c’è spazio anche per una bella fetta di crostata di ciliegie preparata da una volontaria. «Per rendere onore a questi luoghi appena scoperti organizzeremo una passeggiata notturna in mountain bike lungo il percorso – anticipa Mattecci – ci farà compagnia il poeta Antonello Ricci che declamerà i suoi versi alla luce delle candele. E ancora, c'è il progetto di un libro che raccolga tutti gli interventi di recupero fatti dall'associazione nel tempo, perchè la memoria è preziosa e non bisogna perderla».

Lunedì 2 giugno 2014

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