di Sabrina Mechella
Non ha deluso le attese il Trasporto della Macchina di Santa Rosa, evento ancora più speciale quest’anno perché ha celebrato ufficialmente l’entrata della manifestazione nel patrimonio Unesco come bene immateriale dell’umanità. Un Trasporto dedicato alla Santa patrona di Viterbo, che non ha presentato particolari intoppi ed è volato via liscio anche nel tratto eccezionale di via Marconi, fino alla sosta in piazza della Repubblica, dove i facchini hanno effettuato la girata di fronte al monumento a loro dedicato, opera del maestro Alessio Paternesi.
Diverse erano, infatti, le incognite questa volta: a partire dal meteo - vento e pioggia delle ore precedenti - ma soprattutto la fatica aggiuntiva per i facchini che dovevano percorre un tratto ulteriore di 400 metri con un dislivello di 5 metri del percorso via Marconi. Dalla partenza a S. Sisto fino alla casa di Santa Rosa di corsa sulla salita gli uomini guidati dal capofacchino Sandro Rossi hanno impiegato due ore e mezza, tutto nei tempi previsti dalla tabella di marcia studiata nei minimi dettagli.
Grande l’emozione della folla, quest’anno ancora più numerosa del solito. Moltissimi, soprattutto giovani, hanno dormito all'aperto nei posti strategici dal giorno precedente pur di vedere l'evento da una postazione privilegiata. Tutto esaurito anche nelle tribune di piazza del Teatro fin dalle prime ore di apertura della vendita, così come le restanti in piazza del Comune, Fontana Grande e S. Sisto.
L’edizione 2014 ha visto anche una Macchina che risplendeva ancora di più grazie al bianco ottico della struttura e alle luci rese ancora più brillanti. Il Trasporto della Macchina di S. Rosa è uno spettacolo di fede che unisce tutti, anche i non credenti: impossibile non emozionarsi di fronte a questo evento davvero unico e irripetibile, di cui i viterbesi vanno giustamente fieri.
Per Fiore del Cielo potrebbe essere l’ultimo Trasporto. Dal prossimo anno infatti, dovrebbe ripartire la gara di appalto per dare una nuova immagine alla “torre che cammina”.
Di certo gli autori dell’opera, architetti Arturo Vittori e Andreas Vogler, non potevano immaginare un finale migliore.
Giovedì 4 settembre 2014
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