di Sabrina Mechella
Sette mesi di lavoro, di impegno e passione, svaniti in neanche mezza giornata. Rubate – perché di furto si tratta – le opere realizzate in maglia dalle yarnine viterbesi, le attiviste che sabato hanno dato vita all’“attacco” colorato a Pratogiardino di Yarn Bombing (vedi fotogallery http://viterbo.reteluna.it/it/yarn-bombing-a-pratogiardino-Fcj.html), una protesta pacifica fatta a colpi di uncinetto per sensibilizzare cittadini e amministratori sulla necessità di tutelare ambiente e spazi pubblici. E c’è da dire che i cittadini si sono sensibilizzati anche troppo, tanto è vero che i pon pon, i fiori e le finte cacche realizzati all’uncinetto che le attiviste avevano disseminato in giro per il parco sono spariti nel giro di poche ore. Parliamo di opere d’arte, manufatti lavorati a mano con tanta pazienza dalle attiviste che hanno sottratto tempo alla loro vita privata.
A quanto pare i genitori dei bimbi che ieri andavano in giro per la città tenendo con orgoglio in mano i pon pon hanno pensato bene che quegli oggetti fossero a propria disposizione. C’è bisogno di mettere cartelli di divieto, di spiegare chiaramente ai cittadini che la cosa pubblica è un bene di tutti? A quanto pare sì.
Ieri Patrizia Burla e Cristina Martellotti, le portavoce del movimento, hanno espresso sui social network tutto il loro rammarico: “Sono veramente dispiaciuta di quello che stanno facendo - dice la prima - un lavoro di mesi e tutta la nostra passione, in meno di 24 ore lo stanno distruggendo. Tristezza infinita, vi prego lasciate qualcosa, sicuramente a giorni torneremo e vedremo di rimpiazzare qualche pon pon e mettere al sicuro qualcosa!”. “Si stanno portando via la roba – ha scritto ieri la seconda - oppure fanno giocare e distruggere le cose ai bambini come niente fosse. Ci aspettavamo che accadesse, ma neanche 24 h non ci potevo pensare! Anche il cuore della cancellata volevano fregarsi!”.
Molte mamme volevano portare, oggi pomeriggio, i loro bimbi ad ammirare questi piccoli capolavori, ma che purtroppo non vedranno per colpa di incivili. C’è da chiedersi che ne sarà di una generazione, quella che adesso ha da zero a quindici anni, cui i genitori insegnano loro che possono prendere tutto quello che vedono in giro, ai quali non insegnano che certe cose si devono solo guardare e ammirare, perché appartengono a tutti. Questa mania predatoria di appropriarsi di tutto ciò che piace è la cartina tornasole sul grado di civiltà di un popolo e soprattutto non lascia molta speranza sul futuro di una città.
E allora c’è anche da dire: le yiarnine, con questo “attacco colorato” volevano sollecitare l’amministrazione viterbese a ridare vita al parco, sistemando le aree dismesse.
Ma, se io fossi un amministratore, oggi risponderei che sono i cittadini i primi che devono dare prova di maturità, dimostrando amore e rispetto per gli spazi che sono di tutti.
Lunedì 4 aprile 2016
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