di Sabrina Mechella
Gay Pride di Roma, il commento di Emanuela Dei - Arci Cultura Lesbica Viterbo
Duecentomila manifestanti per il Pride di Roma. Eravamo esattamente il doppio dello scorso anno e ieri c'era anche il sindaco della città eterna, Ignazio Marino. Era dal 1994 che un sindaco sfilasse in testa al corteo per i diritti del popolo Lgbtq. Appare sorridente e si sente subito a suo agio insieme a tanti giovani che lo chiamano e lo applaudono. Marino dichiara: «Subito dopo il voto sul bilancio calendarizzeremo in Consiglio comunale la delibera sulle unioni civili, ma non è sufficiente. Dobbiamo spingere sul Parlamento affinché l'Italia superi questa vergogna di essere rimasta indietro rispetto al resto dell'Unione Europea».
Queste sono affermazioni che riempiono il cuore. Già, perché lo slogan di questa manifestazione è stata proprio "Fuori i nostri diritti". Da troppo tempo aspettiamo che l'Italia riconosca l'unione tra persone dello stesso sesso. La manifestazione del Pride è sempre una bella festa. Accoglie sempre è l'unica nel suo genere. Tra balli, canti interviste, foto e due chiacchiere si richiedono diritti per la popolazione omosessuale. Si manifesta la gioia e l'orgoglio di essere quello che si è con le proprie differenze e peculiarità. Tante associazioni da tutta Italia, alcune viterbesi ma soprattutto tante persone che avevano voglia di testimoniare l'importanza di scendere in piazza e far sentire la propria voce.
Lunedì 9 giugno 2014
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