Redazione Online
«Colgo al volo l’invito del premier Matteo Renzi d’indicare al Governo cantieri fermi e immobili abbandonati. Segnalo le Saline di Tarquinia, perché siano concesse, dopo anni d’immobilismo burocratico statale, al Comune». Lo afferma il sindaco Mauro Mazzola, che ha inviato una lettera al primo ministro dove esorta a superare l’impasse e a dare corpo al progetto di valorizzazione turistica della riserva. «L’amministrazione ha perseguito ogni strada possibile per arrivare a una soluzione positiva della vicenda. - prosegue il primo cittadino - Ma si è sempre trovata di fronte a un muro di gomma.
È inaccettabile che l’unica salina della Regione Lazio, riconosciuta sito d’importanza comunitaria e zona a protezione speciale, non sia un volano di sviluppo turistico sostenibile per creare nuova occupazione, soprattutto per i giovani». Tra il 2003 e il 2008, le Saline sono state oggetto d’interventi di recupero ambientale ed edilizio. Dal 2008 l’amministrazione ha più volte tentato di avviare un dialogo con l’agenzia del Demanio, proprietaria della riserva, senza mai avere un riscontro positivo. L’unica novità, nel 2013, quando l’agenzia del Demanio ha inserito le Saline nel “progetto valore paese dimore”, che prevede il passaggio a soggetti privati e la possibilità di fare subconcessioni. «È quanto ha sempre richiesto il Comune, l’unico ente titolato a svolgere un ruolo di coordinamento e raccordo tra le varie realtà che operano all’interno delle Saline: il Corpo Forestale dello Stato, che per legge ha la gestione della riserva, e l’Università degli Studi della Tuscia, che vi svolge ricerca scientifica. - conclude il sindaco Mazzola - Auspico che alla volontà di far ripartire l’Italia, corrispondano i fatti. Le Saline sono un patrimonio di Tarquinia, da salvaguardare e da valorizzare. Fino a oggi, per colpa di altri, sono state solo un peso».
Sabato 14 giugno 2014
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