Morte cavalla Tiffany, associazioni animaliste escluse dal processo

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Viterbo | non saranno parti civili, solo parti offese

Morte cavalla Tiffany, associazioni
animaliste escluse dal processo

Questa la decisione del giudice Roberto Migno oggi nel tribunale di Viterbo, nel processo che vede alla sbarra per uccisione di animale l’ex sindaco di Ronciglione Massimo Sangiorgi e l’allora presidente della locale Proloco, Luciano Camilli

di Sabrina Mechella

La cavalla Tiffany morta dopo la caduta
La cavalla Tiffany morta dopo la caduta

Morte cavalla Tiffany nelle corse a vuoto di Ronciglione, le associazioni animaliste non sono state ammesse in qualità di parte civile, ma saranno solo parti offese. Questa la decisione del giudice Roberto Migno oggi nel tribunale di Viterbo, nel processo che vede alla sbarra per uccisione di animale (articolo 544 bis) l’ex sindaco di Ronciglione Massimo Sangiorgi e l’allora presidente della locale Proloco, Luciano Camilli,  - rappresentati dal legale Luca Paoletti -  che nella scorsa udienza aveva sollevato le eccezioni in merito. Lav, Enpa, Anpana, Horse Angels e Ihp che, tramite i loro legali, avevano avanzato la richiesta di poter essere parte attiva del processo, dovranno accontentarsi di far da supporto all’attività del pm Stefano D’Arma perché, come ha argomentato il giudice, per essere parti civili avrebbero dovuto ricevere una specifica autorizzazione ministeriale.

A rappresentare gli interessi della cavalla Tiffany, morta durante il palio di Ronciglione il 5 marzo 2011 dopo essere andata a sbattere contro una paratia di metallo, sarà dunque solo il ministero della Salute, nella persona del legale Massimo Bachetti. L’accusa sostiene che gli imputati non avrebbero a suo tempo preso le giuste precauzioni previste dalla legge per evitare l’incidente. Per questo motivo il ministero della Salute ha citato per danni il Comune per oltre 500 mila euro. «Abbiamo ottemperato a tutte le regole che gli organi di controllo hanno predisposto – disse in sua difesa Sangiorgi -. E ancora, ci viene chiesto perché non abbiamo utilizzato la terra. Ebbene, abbiamo una sentenza del Tar in cui si dichiara che una copertura sabbiosa, su un tracciato in salita, potrebbe causare danni maggiori in caso di pioggia».

Oggi il processo è iniziato con l’audizione del primo teste, Ugo Della Marta, dirigente all’area Sanità Veterinaria alla Regione Lazio. Il teste ha risposto alle domande in merito al percorso del palio: la Regione il 24 gennaio 2008 aveva deliberato che avrebbe revocato l’interramento del percorso delle corse a vuoto di Ronciglione se una commissione composta da un gruppo di lavoro di tre esperti (un veterinario, un professore universitario e un esperto di equidi nominati dalla stessa amministrazione comunale) avessero provato che per i cavalli correre sulla terra sarebbe stato ancora più rischioso. «Abbiamo recepito la relazione della commissione tecnica – ha spiegato il teste – che diceva appunto che correre sulla sabbia, per la specifica conformazione del percorso a schiena d’asino, sarebbe stato pericoloso per gli animali in caso di pioggia e che l’utilizzo di dispositivi alternativi sarebbe stato ugualmente sicuro. A quel punto, per noi, non sono state necessarie ulteriori verifiche, abbiamo preso atto della relazione degli esperti».

Il giudice ha poi rinviato il processo al 22 gennaio 2015, per l’ascolto dei cinque testi del pubblico ministero.

Giovedì 8 maggio 2014

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