Redazione Online
Venerdì 10 ottobre sarà presentato presso la Curia Vescovile di Civita Castellana, alle ore 17, il Progetto “Miele Falisco per una Coop Apicoltori a Civita Castellana”. Si tratta di un progetto particolarmente importante per la cittadina falisca, sotto il profilo economico e sociale, ideato e promosso dall’associazione Etica e Solidarietà Onlus, con il patrocinio del comune di Civita Castellana, Coldiretti Viterbo e in collaborazione con Ausl Viterbo 5. L’incontro permetterà di approfondire la conoscenza di questa nuova realtà e di capire meglio le caratteristiche organolettiche del prodotto miele.
“Miele Falisco” nasce con lo scopo di unire la passione per il mestiere di apicoltore all’idea di ampliare le potenzialità del territorio, attivandone gli indotti economici e garantendo così sviluppo fattivo e nuove opportunità di impiego. La cittadina falisca, con le sue particolari caratteristiche fitologiche ed un microclima particolarmente interessante, è stata scelta come sede del corso di formazione, che ha preso avvio nel mese di settembre dello scorso anno. Sempre sul territorio di Civita Castellana, in loc. Pian Paradiso, sono stati collocati i primi alveari, dai quali è stato possibile raccogliere il primo miele a Km0. Prodotto che sarà distribuito, fanno sapere gli organizzatori, gratuitamente in diversi esercizi commerciali della città, come bar, caffetterie, sale da tè. In occasione della Fiera delle Sagre e dell’Antiquariato sarà presente uno stand gastronomico con degustazione di miele millefiori, dove il gruppo di neo apicoltori sarà a disposizione per eventuali attività di assistenza tecnica.
«Le ragazze e i ragazzi del gruppo di lavoro – afferma Antonio D’Angeli, presidente di Etica e Solidarietà, A.n.a.i.Lazio e responsabile del corso - rappresentano in questo momento un’avanguardia, pionieri di un’attività consortile eco sostenibile totalmente nuova sul territorio. Gli ultimi dati rivelano che rispetto al fabbisogno nazionale, la produzione italiana è appena al 50%; di questa più del 70% viene esportata. Ciò significa che oltre a non coprire il fabbisogno nazionale importiamo miele di provenienza estera. Da questo si evince che esiste un’ampia fetta di mercato per la produzione del miele da poter sfruttare». Altro importante obiettivo di questo progetto, conclude D’Angeli, è quello di permettere, in futuro, l’ingresso a quanti vorranno unirsi al gruppo ed intraprendere l’attività di apicoltore.
Giovedì 9 ottobre 2014
© Riproduzione riservata
1986 visualizzazioni