Redazione Online
Case popolari, cinque persone in 45 metri quadri, tra muffa e zanzare: la denuncia della situazione in cui versa questa famiglia viterbese arriva da Viterbo Civica.
Sara è una giovane mamma di tre bellissimi bambini. Da otto anni è in lista per un alloggio popolare, in famiglia lavora solo il marito, operaio edile, con tre figli da crescere i soldi non bastano mai.
A giugno finalmente arriva la chiamata tanto attesa, l’Ater comunica a Sara che c’è un alloggio disponibile.
Sara avrà sognato mille volte questo momento, avrà sfogliato giornali d’arredamento, sospirando davanti alle camerette per i piccoli. Immaginando pareti rosa e mensole con i peluche per la sua bimba di un anno. E nella cameretta dei due maschietti metterci una scrivania per il primogenito, che va in prima elementare e avrà bisogno di uno spazio dove fare i compiti.
Sara non sa che la casa che stanno per proporle è in un vecchio condominio al Carmine, 45 metri quadri, un ingresso/sala con angolo cottura, bagno senza finestra e una sola camera. Per cinque persone.
Sara, se pure a malincuore, accetta. Ha disperatamente bisogno di risparmiare i soldi dell’affitto, in tempo di crisi anche un operaio qualificato come suo marito lavora a giornata. Poi all’Ater le hanno fatto capire che ci vorrà tempo prima che un altro alloggio si renda disponibile, potrebbero passare anche degli anni. E Sara non può più aspettare.
Così dopo aver imbiancato a loro spese, riparato alcuni danni nei tubi e comprato mobili su misura a rate, Sara e la sua famiglia si trasferiscono nella nuova casa. All’inizio sono nugoli di zanzare, tante e resistenti a qualsiasi deterrente. I vicini le spiegano che è il posto, che ci sono ristagni d’acqua dove prolificano, estate e inverno. Sara si rivolge all’ASsl dopo che sua figlia è divorata dagli insetti, ha talmente tante punture sul volto che all’inizio credeva fosse una malattia esantematica. «L’Asl risponde che non è loro compito disinfestare condomini».
I mesi passano e cominciano le prime piogge, Sara che abita all’ultimo piano si accorge presto che l’acqua dal tetto del palazzo penetra nel suo appartamento. In breve l’ingresso/sala è completamente ricoperto di muffa, il problema è serio, nel giro di qualche giorno l’umidità riesce a penetrare nell’armadio nuovo. Sara è costretta a svuotarlo, molti capi d’abbigliamento dei bambini sono da buttare.
A quel punto si rivolge nuovamente all’Ater, qualcuno le fa una promessa vaga, il tetto sarà riparato, ma non si sa quando né come. Sara chiede un appartamento più idoneo alle sue esigenze familiari, ma rispondono che non è possibile, la casa assegnata non si può cambiare. E se rinunciasse alla "reggia" che le è stata assegnata, perderebbe ogni diritto per un alloggio popolare. La morale è una sola, deve restare!
Dalle foto potete vedere le condizioni in cui Sara e la sua famiglia sono costretti a vivere. Intanto "voci di corridoio annunciano l’assegnazione di oltre quaranta alloggi nuovi e di ampia metratura per cittadini stranieri, a Bagnaia." Ma prima di aiutare chi viene da fuori, non sarebbe il caso di pensare anche ai viterbesi? Chi è il responsabile per le assegnazioni? Possibile che gli sia sfuggito il particolare che cinque persone in un appartamento di 45 metri quadrati non possono vivere. Che soprattutto non possono vivere nelle condizioni in cui stanno adesso, con muffe ovunque e bambini con asma allergica certificata dal pediatra.
Speriamo che qualcuno raccolga l’appello di questa giovane donna e riesca a trovarle una sistemazione dignitosa.
Viterbo Civica
Martedì 2 dicembre 2014
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