Redazione Online
Il 7 febbraio 2014 si è riunita l'assemblea dei Soci Fondatori della Fondazione Caffeina Cultura per affrontare le problematiche relative al festival Caffeina 2014. Ecco quanto è emerso.
La Fondazione Caffeina e Viterbo sono un binomio inscindibile. Caffeina è, senza dubbio, l’evento con il più grande impatto economico sulla città. Eppure, oggi, riteniamo che il rapporto con il Comune non sia chiaro. I contributi concessi dal Comune per la realizzazione del festival ammontano a 126.015 Euro in sei anni; di questi, l’ultimo contributo per ora giunto e relativo al Festival 2012 ammonta a 45.915 euro. Dall’altra parte, Caffeina, in sei anni, ha speso, per realizzare il Festival, circa 1.450.000 Euro. Il contributo comunale ha inciso, dunque, per l’8,6% dei budget complessivi. E larga parte di questa spesa totale è andata a ripagare compagnie, musicisti e altri artisti viterbesi intervenuti negli anni a Caffeina, oltre a fornitori, allestitori, professionisti e maestranze locali. Come dire: ciò che Caffeina ha preso dal Comune, è tornato, moltiplicato, ai viterbesi.
Fino ad oggi, dunque, più del 90% delle risorse per realizzare Caffeina è arrivato dai privati (soci, sponsor, associazioni di categoria, fondazioni e donazioni…). Una percentuale che non si riscontra in nessun altro evento omologo.
La kermesse estiva ha rilevanza su tutto il territorio nazionale ed è considerato uno dei festival culturali più importanti d’Italia, basti pensare che di fronte alla possibilità di chiusura sono arrivati tanti messaggi di solidarietà e stima da parte dei più grandi rappresentanti della cultura italiana: Ezio Mauro, Enrico Mentana, Margaret Mazzantini, Sergio Castellitto, Anna Marchesini, Giancarlo De Cataldo, Marco Travaglio, Pietrangelo Buttafuoco, Vittorio Sgarbi, Chiara Gamberale, Andrea Vianello, Aldo Cazzullo, Niccolò Ammaniti, Concita De Gregorio, Luca Bianchini, Massimo Gramellini, Pierluigi Battista, Giordano Bruno Guerri, Darwin Pastorin, Francesca Barra, Fiorella Mannoia, Gianluca Nicoletti, Catena Fiorello, Niccolò Fabi, Vladimir Luxuria, Vincenzo Cinaski Costantino, Daria Colombo, Roberto Vecchioni, Antonio Pennacchi e Giuseppe Culicchia.
Non si può far morire un festival che ha permesso, come ha scritto Enrico Mentana, che tanta gente conoscesse Viterbo. I soci della Fondazione non sono d’accordo sulla chiusura di Caffeina e, in questa assemblea, dichiarano che contribuiranno ancora per far sì che il Festival continui a vivere. Oggi assicurano i soci che ci sarà un impegno diretto nel fare un ulteriore sforzo economico volontario e, per chiarezza, sia i nominativi, sia gli importi destinati saranno resi pubblici sul sito di Caffeina. Questo avverrà alla sola condizione che tutti facciamo la propria parte, comprese le istituzioni.
Il presidente della Fondazione a fine festival 2013, aveva convocato una conferenza stampa durante la quale chiedeva che fosse aperto un tavolo di lavoro e di programmazione per chiarire i rapporti tra Fondazione, Comune e le altre istituzioni del territorio, ma, a oggi, nulla di concreto è avvenuto.
I tempi per la programmazione del Festival si stanno drasticamente stringendo. La Fondazione stima di riuscire a realizzare l’evento con circa 300.000 Euro (cifra irrisoria rispetto a festival simili che, oltretutto, durano molto meno) e si impegna a trovare due terzi autonomamente, purché il Comune la aiuti direttamente e per suo tramite a trovare il restante. Il tempo a disposizione? 15 giorni. Evidentemente non esiste nessuna pretesa che le risorse mancanti provengano dal Comune, ma con l’aiuto di tutti: Provincia di Viterbo, Camera di Commercio, Regione Lazio, associazioni di categoria, banche, Fondazioni culturali…
Inoltre, sottolineiamo che per lavorare alla programmazione di un evento così complesso come Caffeina esiste anche un’assoluta e improrogabile necessità di convergenze di indirizzo, operative e logistiche con la città e le istituzioni che la rappresentano. Per raggiungere tale obiettivo è necessaria la stipulazione di un protocollo d’intesa tra la Fondazione e il Comune con il quale individuare insieme una metodologia da seguire.
L'assemblea, inoltre, afferma e ribadisce con forza che esiste un’inequivocabile e netta separazione tra la Fondazione e la vita professionale e personale dei soci fondatori i quali, poiché individui, hanno il legittimo diritto di fare ciò che vogliono, fosse anche dedicarsi alla politica, partecipare a bandi pubblici. I Soci Fondatori - gruppo eterogeneo specialmente per scelte politiche (ricordiamo che ci sono esponenti e candidati politici appartenenti al Pdl, Pd, Movimento 5 Stelle, Scelta Civica, Lista Civica Viva Viterbo e Lista Civica Ego Sum Leo) e per rappresentanza sociale: Cna, Confartigianato, Università degli Studi della Tuscia, Uil Scuola, Ordine degli Avvocati – hanno un solo obiettivo in seno alla Fondazione, far vivere e crescere il Festival Caffeina che per dieci giorni anima il centro storico della nostra città e le molte attività culturali realizzate nel corso dell’anno.
Per quanto riguarda le polemiche di stampa relative ai presunti conflitti di interessi, infine, rispondiamo che essere soci della Fondazione non comporta nessuno status privilegiato, ma significa soltanto contribuire economicamente e operativamente al raggiungimento degli importanti obiettivi della Fondazione. Ogni socio è un’azienda, un’associazione o un individuo libero e non può e non deve essere penalizzato per il solo fatto di essere socio della Fondazione. Ed è ora che ciò sia da parte nostra chiarito apertamente e definitivamente.
Martedì 11 febbraio 2014
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