Redazione Online
«La nostra è una storia giovane ma già densa di eventi culturali e scientifici ricchi di significato, dai prestigiosi risultati ottenuti dall’Ateneo per il numero e la qualità dei suoi studenti, per la ricerca espressa dai suoi studiosi, per l’efficacia e i miglioramenti continui dell’azione amministrativa, alle visite dei presidenti, del papa Giovanni Paolo II e di tanti ministri, uomini di stato e scienziati di alto profilo».
Così ha esordito Alessandro Ruggieri, rettore dell’università della Tuscia, in occasione dei 35 anni dell’ateneo viterbese ricordati con una cerimonia all’auditorium di S. Maria in Gradi presenti le massime autorità viterbesi. «Una università - ha proseguito - che è sempre stata caratterizzata da una gestione attenta ed equilibrata ma soprattutto ricca di quel sentimento di affezione e di appartenenza, proprio non solo di chi ha guidato l’università, ma delle donne e degli uomini che, in larga parte, in tanti anni hanno dato un grande contributo di impegno, spesso silenzioso, alla crescita del nostro ateneo.
Il mio predecessore, Marco Mancini, ha proseguito nel progetto di crescita dell’ateneo, insistendo proprio sulla doppia dimensione, quella territoriale e quella internazionale, in un contesto socio-economico e culturale che stava rapidamente mutando. È in questo momento diverso che deve essere collocata l’azione politica di Mancini. Nel suo lungo mandato ha saputo far crescere ancora l’università, portando allo stesso tempo un grande contributo in termini di modernizzazione dei processi amministrativi e gestionali. Sotto la sua guida - ha proseguito Ruggieri - l’ateneo ha saputo raggiungere risultati di eccellenza nella ricerca, risultando sempre, nell’era dei rating e delle classifiche, tra i primi atenei in Italia. Ha saputo ampliare e diversificare l’offerta formativa portando a livelli mai raggiunti il numero di iscritti e riuscendo così a competere con atenei più grandi e con una storia consolidata alle spalle».
Maurizio Ridolfi ha presentato poi il volume che racchiude i 35 anni dell’Università della Tuscia, nel quale viene dedicata particolare attenzione anche al recupero edilizio e architettonico, che, oltre al valore intrinseco, ha consentito negli anni di legare sempre di più la città alla sua università.
Subito dopo Paolo de Castro, presidente della commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, ha tenuto un dettagliata relazione sulla situazione alimentare nel mondo ed in particolare in Europa. «I prezzi dei generi alimentari che aumentano sono tra le prime cause di rivolte e insurrezioni - ha detto - come è avvenuto di recente in alcuni paesi africani e non solo. Il problema è la quantità che scarseggia e allora occorre dare un deciso impulso alla ricerca e alla tecnologia per sfruttare al meglio e più a lungo i terreni agricoli, le risorse idriche e gli allevamenti di bestiame. I Paesi europei hanno smesso di investire in questo settore e questo è grave. La ricerca e l’innovazione unite alla sostenibilità ambientale possono faci vincere la battaglia contro la fame e la povertà. Inoltre - ha concluso - va eliminato lo spreco».
Enrico Porceddu ha invece ricordato la figura di Gian Tommaso Scarascia Mugnozza al quale è stata poi dedicata, con una semplice ma significativa cerimonia, l’aula magna dell’ateneo viterbese, presenti i figli e gli altri familiari. Fondatore di questa università la guidò dal 1979, sino al 1999. Morì a Roma a 86 anni il 28 febbraio 2011. Innumerevoli i meriti scientifici e memorabile la sua opera nel mondo per aiutare le popolazioni povere.
Mercoledì 12 febbraio 2014
© Riproduzione riservata
1377 visualizzazioni