Redazione Online
Punteggi decurtati dalla graduatoria dei servizi sociali nei confronti di una giovane famiglia, l'Unione della Tuscia chiede un incontro con l'assessore comunale responsabile, Alessandra Troncarelli, per avere delle risposte in merito. Ecco com'è andata nella nota della rappresentante del movimento poitico, Alessia De Rubeis.
L'unione della Tuscia, come suo solito, ha sposato una causa sociale, facendo da tramite al cittadino disorientato, frustrato e arrabbiato con le istituzioni. Abbiamo portato all'attenzione dell'assessore Alessandra Troncarelli quanto da noi denunciato relativamente alla decurtazione dei punti per la graduatoria per le case popolari. Abbiamo evidenziato con forza quanto fosse iniqua una regola palesemente nascosta, che penalizza le famiglie unite e le persone oneste - quelle che non falsificano gli atti per prendere più punti - e abbiamo portato alla luce un ulteriore disagio che queste famiglie sono costrette a subire. L'assessore ci ha quasi stupito, sgranando anch'essa gli occhi di fronte a cotanto scempio, un “è assurdo” che ci ha lasciato quasi basiti e ammetto che abbiamo intravisto un barlume di speranza anche negli occhi della giovane mamma-vittima che era con noi. Poi come d'incanto tutto è tornato alla normalità, tutto è rientrato in quei rigidi ranghi di re e sudditi che tanto è caro a chiunque - ma questo è insito nella natura umana - sieda su scranni importanti. Siamo passati dalla speranza allo sconforto in un attimo perché l'assessore ha preso carta e penna e dopo un paio di appunti che sfido chiunque a decifrare decontestualizzandoli, laconicamente ostenta una difficoltà tecnica insormontabile e che “di certo, non può rischiare lei in prima persona” come se mai avessimo chiesto di compiere delle irregolarità. Avevamo chiesto un controllo a tappeto di chi abusivamente occupava le case popolari. Abbiamo chiesto che alla prossima verifica, questi punti venissero riaccreditati a tutti coloro che ingiustamente se li sono visti togliere. Abbiamo chiesto un impegno - non una promessa che tanto è solo una parola inflazionata - di apportate, nel prossimo bando la modifica di queste iniquità. La risposta che abbiamo ricevuto, prima di cominciare a parlare di politica pura, è stato “ne parlo col dirigente”. E allora, come UdT, ci chiediamo perché un assessore - in questo caso, ma anche sindaco, nessuno escluso - non ha più potere di nulla. Uno, uno solo che si alzi e dica “adesso si comincia a lavorare sul serio e se necessario fino a notte fonda”. Tutti sulla sedia a guardarsi intorno con l'occhio vitreo a cercare soluzioni dall'esterno. La volontà è la prima delle vittorie. Loro se la sono persa per strada. La nostra battaglia, per la nostra gente, continuerà in tribunale.
Venerdì 22 gennaio 2016
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