di Sabrina Mechella
“Pronto la signora Maria? Buongiorno, è la Questura di Viterbo, volevamo avvisarla che sua figlia Francesca ha avuto un incidente d’auto e adesso si trova qui in stato di fermo. Ci sono dei danni da risarcire altrimenti non possiamo rilasciarla”. Questa la telefonata tipo che quattro anziani ultra settantenni di Viterbo hanno ricevuto sull’utenza di casa da sedicenti poliziotti o carabinieri nei gironi scorsi. Dopo aver messo le persone in stato di allarme un complice, qualificandosi come avvocato, si è recato in casa loro e ha preteso del denaro o, in mancanza di questo, dell’oro. È l’ennesima truffa ai danni degli anziani, un reato particolarmente odioso perché fa leva sulla buona fede delle persone di una certa età.
«Oggi siamo qui per chiedervi la massima collaborazione – hanno spiegato in conferenza stampa Fabio Zampaglione, dirigente della Squadra Mobile di Viterbo e Tiziana Cencioni, portavoce della Questura – perché c’è la necessità di allertare gli anziani ma soprattutto i figli e i nipoti su quanto sta accadendo a Viterbo da una ventina di giorni a questa parte». «Vorrei sottolineare – ha spiegato Cencioni – che nessun componente delle forze dell’ordine pretenderebbe mai delle somme di denaro dai cittadini e soprattutto spiegare che non bisogna mai aprire la porta agli sconosciuti. Gli operai dell’Enel, del gas o dell’acqua non si presentano mai in casa all’improvviso, ma mettono un cartello nel condominio dove annunciano un loro intervento in un determinato giorno».
«Il modus operandi di questa presunta banda di malviventi – ha aggiunto Zampaglione - che ipotizziamo essere almeno tre, è probabilmente quello di avvicinare l’anziano al supermercato o per strada, evidentemente per farlo parlare ed estorcere informazioni su abitazione, familiari, orari. Poi lo chiamano sul telefono fisso di casa e gli dicono dell’incidente di uno dei figli o nipoti. Quindi un altro malvivente si presenta in casa facendosi consegnare il denaro per l’inesistente cauzione o, come è accaduto in un caso, dell’oro. Il telefono di casa nel frattempo viene tenuto occupato dai truffatori e l’anziano non ha modo di chiamare i parenti. Queste persone giocano sulla buona fede dei vecchietti e sullo stato di ansia provocato alla notizia di un congiunto arrestato dalle forze dell’ordine. Finora sono stati truffati quattro anziani per somme tra i 25 e i 30 mila euro».
Nel caso di una tentata truffa o chiamata sospetta sul telefono di casa, le forze dell’ordine raccomandano di telefonare immediatamente al 112, 113 o 117. Se il telefono di casa è occupato, usare il cellulare o suonare alla porta di un vicino per chiedergli di usare il suo telefono. L’agente Cencioni ha mostrato un vademecum distribuito presso gli Urp viterbesi e realizzato dal Ministero dell’Interno in collaborazione con Confartigianato, in cui l’utente, soprattutto di una certa età, viene messo in guardia dagli eventuali pericoli causati da malintenzionati.
«Abbiamo già in programma degli incontri con gli anziani già a partire da agosto nei diversi comuni della Tuscia – ha annunciato la portavoce – in cui spiegheremo come difendersi nelle diverse situazioni di pericolo che si possono creare in casa o all’esterno»
«Le indagini su questo caso stanno procedendo velocemente – ha concluso infine Zampaglione – ci auguriamo di poter fermare al più presto i malviventi».
Venerdì 24 luglio 2015
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