di Annalisa Ferraro*
È terminata ieri la mostra Tra Forma e Segno, allestita nell’ex mattatoio di Viterbo e inaugurata il 19 marzo 2016.
In esposizione 70 opere, provenienti dalla collezione della Repubblica di San Marino, per sua natura pubblica, e dalla raccolta della Società Scudo Investimenti, d’origine privata.
Una mostra compatta, equilibrata, dispiegamento di un percorso che conduce il visitatore tra le strade di un '900 ricco di proposte, di ricerche, di idee brillanti e di opere forti, nel significato quanto nella forma. L'esposizione riflette un'Italia a pieno titolo inserita nei più importanti movimenti storico-artistici internazionali, anzi, di più, riflette una voce altisonante ed un’energia pulsante.
Gli ambienti di un ex-mattatoio, finemente ristrutturato e rifunzionalizzato, di proprietà della Fondazione Carivit, accolgono ottimamente i lavori che, ben allestiti, generano una piacevole armonia espositiva, e si fanno tasselli di un percorso sintetico ma filologico. Unico ospite indiscreto è la luce, naturale e artificiale, proveniente da diverse fonti e direzioni, si fa a tratti troppo invadente, come invadenti restano i ganci da macello, conservati forse come memoria storica del luogo.
La mostra si presenta come il risultato di sinergie e collaborazioni positive, di un dialogo che si dimostra in grado di accrescere le potenzialità sia del settore pubblico che di quello privato, consentendo così la realizzazione di un evento artistico-culturale di qualità e ben proposto e illustrato a cittadini e turisti.
Viterbo ha proposto con discrezione, e senza troppo marketing e pubblicità da grandi mostre, un evento degno della storia artistica e culturale del luogo, concentrandosi più sulla concretezza e sulla validità del progetto, che sulla quantità delle opere, sulla stravaganza dell’allestimento o sull’originalità del tema. Finalmente si torna a visitare un mostra in grado di raccontare una storia, tanti movimenti, scelte e tendenze, una mostra che non rischia di trasformare un’opera dall’essere arte a sembrare feticcio, dall’essere bellezza a diventare merce.
*Storica dell'arte, specializzata in museologia, conservazione e restauro. Ha acquisito esperienze nelle pratiche curatoriali, nell’organizzazione e nella gestione di eventi culturali, impegnata sui temi della conservazione e della valorizzazione dell’arte contemporanea. Collabora con associazioni culturali di rilievo e con alcune delle più importanti riviste d’arte contemporanea.
Lunedì 30 maggio 2016
© Riproduzione riservata
2556 visualizzazioni