Sentenza processo "Mensopoli": per i giudici non c'è stato il reato di corruzione

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Viterbo | trasformato in abuso d'ufficio, va in prescrizione

Sentenza processo "Mensopoli": per i giudici
non c'è stato il reato di corruzione

Si conclude così la vicenda giudiziaria di Mauro Rotelli, nel 2007 assessore ai sevizi sociali nella giunta Gabbianelli, imputato con il dirigente comunale Mario Rossi e l’imprenditrice Anna Telesco nella causa per l'appalto delle mense scolastiche

di Sabrina Mechella

Mauro Rotelli
Mauro Rotelli

Processo “Mensopoli”, non c’è stata corruzione. Cade, infatti, il reato più pesante che il tribunale di Viterbo trasforma in abuso d’ufficio per cui sono scatuti i termini, andando dunque in prescrizione. Si conclude così la vicenda giudiziaria di Mauro Rotelli, nel 2007 assessore ai sevizi sociali nella giunta Gabbianelli, imputato con il dirigente comunale Mario Rossi e l’imprenditrice Anna Telesco nel processo “Mensopoli”. A deciderlo stamani i giudici Maurizio Pacioni, Eugenio Turco e Filippo Nisi.

Per un reato mai commesso, ossia la corruzione, Mauro Rotelli trascorse 54 giorni agli arresti domiciliari.

Mario Rossi si è detto soddisfatto a metà: «Avrei preferito una sentenza di assoluzione, la prescrizione non mi consente la richiesta di rimborso per le spese processuali».

Anche Mauro Rotelli si è detto in parte soddisfatto, ma per lui l’assoluzione sarebbe stato l’epilogo più giusto. Il suo legale Roberto Massatani invece ha espresso piena soddisfazione evidenziando la decisione dei giudici che hanno escluso qualsiasi tipo di corruzione da parte dell’ex assessore ai servizi sociali. Il caso delle mense scolastiche esplose nei primi giorni del marzo 2007. A rivolgersi per primo alla Procura fu Salvatore Troise, titolare della Sud impianti di Napoli, fornitore “chiavi in mano” del centro cottura del Poggino alla azienda Euro Service, di proprietà di Anna Telesco, aggiudicataria del servizio che, lamentando mancati pagamenti per circa 144 mila euro, avviò un procedimento di pignoramento del dovuto nei confronti del Comune.

Ne seguì un’inchiesta in cui, secondo l’accusa rappresentata dal pm Franco Pacifici, risultò l’assegnazione di un appalto per le mense scolastiche viterbesi da 3 milioni di euro alla Euro Service in cambio di favori quali l’assunzione pilotata di personale al centro cottura del Poggino, le forniture gratuite del servizio di catering in occasione di alcune manifestazioni politiche organizzate da An, o sconti consistenti per una fornitura di pasti ad una ludoteca gestita da persone molto vicine ad An e sponsorizzazioni a favore di società sportive.

Rotelli, all’epoca dei fatti in questione (anno 2007) era assessore ai servizi sociali del Comune di Viterbo; Mario Rossi dirigente dello stesso Comune. Dopo una serie di colpi di scena si arrivò al 28 ottobre giorno in cui Mauro Rotelli ricevette un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Un processo che ha visto oltre cinque rinvii prima di iniziare davvero: al giudice Michele Romano, trasferito a Roma, era stato sostituito il magistrato Rita Cialoni. Peccato che quest’ultima, oltre ad essere in stato interessante, fosse a sua volta incompatibile col processo in quanto proprio lei firmò l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Rotelli.

La Corte di Appello aveva assunto l’incarico della nomina di un giudice esterno, considerato che altri utilizzabili nel tribunale di Viterbo non ce ne fossero. Anche il togato Gaetano Mautone, infatti, nel corso della prima udienza del processo, avvenuta il 1 giugno 2010, aveva affermato a sorpresa: «Scusate ma devo comunicarvi un’ultimora: è emerso che io non posso partecipare a questo processo in quanto, in fase di indagini preliminare, ho firmato un decreto autorizzativo sulle intercettazioni telefoniche e la mia presenza è dunque incompatibile. Mi dispiace molto, ma diventa indispensabile la nomina di un altro giudice e rinviare questo procedimento ad altra data».

Martedì 23 settembre 2014

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