di Sabrina Mechella
Omicidio Ausonio Zappa, venti anni di carcere al 24enne Adrian Saracil e al ventunenne Cosmin Oprea. La corte di Appello di Roma ha dunque ridotto notevolmente la pena ai due ritenuti esecutori materiali dell’omicidio dell’allora ottantaduenne professore viterbese, dal momento che in primo grado i due erano stati condannati all’ergastolo. Dieci anni, invece, a Trifan Petrica e otto a Daniel Oprea, rispettivamente 22 e 27 anni: nel tribunale di Viterbo in primo grado erano stati condannati rispettivamente a 16 e 12 anni di carcere, in quanto i due avevano svolto il ruolo di “palo”.
Soddisfatti i difensori Roberto Fava, Massimo Rao Camemi, Roberto Delfino e Marco Russo: i primi due, in primo grado, avevano chiesto l’assoluzione per Saracil e Oprea («Non c’è la prova effettiva che uno di loro abbia colpito a bastonate la vittima») avevano sostenuto. Marco Russo (per Alexanru Trifan Petrica) che si era opposto con vigore all’imputazione del reato definito dall’articolo 116 del Codice penale: (reato diverso da quello voluto da taluno dei concorrenti; qualora il reato commesso sia diverso da quello voluto da taluno dei concorrenti, anche questi ne risponde, se l’evento è conseguenza della sua azione od omissione) chiedendo solo il concorso per colpa.
Dello stesso avviso l’avvocato Roberto Delfino (per Daniel Oprea) che si era affidato al giudice chiedendo un “pena di giustizia”. Ausonio Zappa era morto per le ferite riportate dopo essere stato aggredito a bastonate durante una rapina nella sua abitazione a Bagnaia la notte del 28 marzo del 2012. Il pm del primo grado Paola Conti aveva chiesto due ergastoli e due condanne a 20 e 18 anni, pene che il giudice Salvatore aveva accolto quasi in toto, stabilendo inoltre il risarcimento danni per le parti civili in 5000 euro per il Comune di Viterbo e 200 mila euro per i famigliari della vittima. Nonché l’interdizione dai pubblici uffici per tutti e quattro gli imputati. All'epoce della sentenza di primo grado Gianluca Zappa, uno dei figli della vittima fu molto clemente con i colpevoli: «La giustizia funziona – disse ai cronisti – la sentenza è arrivata in tempo record. Non li ho neppure guardati, provo pena per questa gente».
Lunedì 10 marzo 2014
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