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Centinaia e artigiani e piccoli imprenditori della Cna Viterbo e Civitavecchia ieri in piazza del Popolo a Roma per fare sentire la propria voce |
«Dopo la straordinaria manifestazione organizzata oggi a Roma da Rete Imprese Italia, che ha visto confluire in piazza del Popolo 80mila imprenditori da tutto il Paese, sarà assai difficile per le istituzioni non riconoscere all’artigianato e alle piccole imprese il ruolo politico e sociale che meritano e non tenere conto delle loro ragioni. Perché solo con noi l’Italia può ripartire». Angelo Pieri e Luigia Melaragni, rispettivamente presidente e segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, sono emozionati per il successo della mobilitazione nazionale, che definiscono “storica”, e per la grande partecipazione degli artigiani e dei piccoli imprenditori del territorio
«La risposta così forte all’appello di Rete Imprese Italia, è il segnale del profondo disagio del nostro mondo. Abbiamo capito subito, quando abbiamo contattato gli associati per invitarli a scendere in piazza, che l’adesione sarebbe stata altissima. Siamo partiti per Roma con cinque pullman e con tanti mezzi privati. La nostra voce si è fatta sentire», sottolineano.
«Senza impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro», la parola d’ordine dell’evento. E gli imprenditori della CNA di Viterbo e Civitavecchia hanno lanciato, a loro volta, altri slogan, uno per ogni categoria rappresentata dall’associazione. Come: “Noi siamo i tessitori, il governo è Penelope”, “Siamo carrozzieri, ma certe botte non si riparano”, “Siamo odontotecnici, ma c’è poco da ridere”, o anche “Siamo autotrasportatori, ridateci benzina”, “Siamo artisti e ci riducono all’Urlo di Munch”, “Siamo edili, ma ci stanno murando vivi”. Insomma, protagonista anche la creatività, come nel coloratissimo striscione disegnato e dipinto dagli artigiani del settore artistico: si vede un artigiano affaticato alla guida di un tandem; dietro, senza pedalare, fisco, burocrazia, governo, banche e studi di settore. Come dire, uno pedala e gli altri fanno da zavorra, rendendo arduo il cammino; così il Paese non può farcela.
Dal palco, sul quale sono saliti i presidenti delle cinque Confederazioni che hanno dato vita a Rete Imprese Italia, il presidente nazionale della Cna, Daniele Vaccarino, ha chiesto rispetto per le piccole imprese. «Oggi si celebra la giornata dell’orgoglio di noi artigiani, commercianti, imprenditori tutti - ha detto -. L’orgoglio delle nostre associazioni, di chi è sempre dimenticato, di chi è considerato un problema. Ma può costituire un problema il 98 per cento delle imprese italiane? Non è, forse, la soluzione al problema? Noi non abbiamo perso la speranza, abbiamo perso la pazienza». E ha lanciato un nuovo hastag al premier incaricato: #noicisiamo.
Vaccarino ha quindi spiegato: «#noicisiamo per ridurre la pressione fiscale, a partire dall’Irap, imposta ingiusta che colpisce il lavoro e chi produce. Perché i capannoni non vengano equiparati alle case di lusso». E ancora, «per combattere la burocrazia: noi siamo un Paese in cui ogni tre giorni hai un adempimento da rispettare, dove per assumere un apprendista sono necessari dodici adempimenti, dove il digitale non riesce a sostituire il cartaceo, dove per tracciare i rifiuti ci si è inventato quel mostro che è il Sistri. Ma non siamo stati certo noi ad aver creato la Terra dei Fuochi. Non sono state certo le imprese che ci sostengono».
Il presidente della Cna è poi passato alla questione fiscale: «Come mai, quando sei debitore, vieni perseguitato da sanzioni, ganasce fiscali e blocco del Durc e invece, quando sei creditore, non hai alcun diritto? #noicisiamo per chiedere la compensazione tra debiti e crediti con la pubblica amministrazione». Secondo il presidente della CNA, «#noicisiamo perché le banche tornino a fare il loro mestiere, che è quello di dare credito alle imprese e alle famiglie. Perché liberalizzare - ha insistito - non significhi ridurre i carrozzieri a meri prestatori d’opera delle assicurazioni, con la conseguente perdita della libertà d’impresa. Perché - ha puntualizzato - non crediamo che i giovani non lavorino in quanto poco ambiziosi. Noi vogliamo, piuttosto, consentire ai giovani di realizzare le loro ambizioni. Vogliamo che il mondo delle piccole imprese sia il mondo dove i giovani possano entrare e lavorare».
«Siamo un popolo meraviglioso - ha affermato Vaccarino -. Perché noi siamo il saper fare, noi siamo gli originali del made in Italy, quelli che tutto il mondo vuol copiare. E anche l’Europa deve prenderne atto, valorizzando le nostre produzioni. Ora basta con gli sgambetti alle imprese».
Mercoledì 19 febbraio 2014
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