Redazione Online
Maurizio Pinna di Lega Federalista commenta la scomparsa dello storico facchino Nello Celestini nella nota seguente.
La notizia della scomparsa di Nello Celestini mi addolora come tutti e mi priva, inoltre, del piacere di offrire ad un viterbese di tale spessore una copia del mio libro che presenterò il prossimo 7 marzo alle 15,30, alla chiesa di Santa Rosa.
“3 settembre 1986, tutti salvi sotto la Macchina. Santa Rosa è tra noi, come sempre!” è il titolo che ho scelto per abbracciare i due elementi principi della festa: la Macchina e la Santa che ne giustifica l’esistenza, l’organizzazione, la festa. Non sono, invece, tollerati in nome della Santa, i comportamenti che ledono i sentimenti della gente e l’immagine stessa della prodigiosa fanciulla viterbese che si vorrebbe festeggiare assumendo, però, atteggiamenti a volte vergognosi.
Uno spaccato di storia viterbese di cui Celestini ne è la parte nobile tra tutti gli attori, un vero signore in ogni circostanza, competente, responsabile, diplomatico, determinato e determinante. Non potrei utilizzare simili parole per altri attori, e quanto accadde quella sera, con i problemi affiorati già nei mesi precedenti e poi proseguiti fino al settembre dell’anno successivo, non si può liquidare in una pagina di gesta, seppur, eroiche.
C’è un aspetto più importante che abbiamo il dovere di preservare e diffondere ed è esattamente quello riguardante il culto della Santa, la fede verso la Santa e le concrete manifestazioni e iniziative per esprimere tali sentimenti prettamente spirituali. Questo lavoro si può fare in vari modi; io ho scelto di farlo con il cuore entrando in certe situazioni attraverso ricerche, approfondimenti, importanti testimonianze. E in alcuni casi sarà proprio la Santa a “parlare”.
Il risultato più affascinante che ne è emerso e che sarà raccontato alla presenza e con l’intervento del vescovo Lino Fumagalli e don Emanuele Germani, è nel sottotitolo esplicativo “Santa Rosa è tra noi, come sempre!”. Mi piacerebbe, ma forse chiedo troppo, che non venisse interpretato come uno slogan o una frase fatta in cui nessuno, o pochi, credono. Ecco, tutto questo fascino di storia viterbese di cui Nello Celestini ne è stato attore, testimone e discepolo, avrei voluto raccontarla in sua presenza.
La sua memoria sarà, tuttavia, ricordata tra le dediche iniziali di un libro che al primo posto è dedicato proprio a santa Rosa. È quanto ho potuto fare a libro chiuso e a pochi giorni dall’uscita, per rendere il doveroso omaggio ad un grande uomo.
Martedì 17 febbraio 2015
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