Redazione Online
In occasione del convegno internazionale “Santuari mediterranei tra Oriente e Occidente. Interazioni e contatti culturali” si inaugura, venerdì 20 giugno al Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia, la mostra “Il mare che univa. Gravisca santuario mediterraneo”.
L’esposizione, che durerà fino al 20 luglio 2014, e il convegno sono organizzati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria meridionale e dall’Autorità Portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta.
Presentare sia la mostra che il convegno a Civitavecchia costituisce testimonianza del ruolo di porto, di luogo di incontro e di scambio lungo le rotte che solcano il mare Mediterraneo, che questo tratto di litorale aveva in passato e ha ancora oggi, a distanza di oltre duemila anni.
Gravisca, 580 avanti Cristo: i Greci di Focea approdano in terra etrusca, portando con sé i propri dèi. Ne nasce un porto, un santuario che accoglie, in uno spazio comune e neutrale, sorvegliato da divinità molteplici e diverse, gli incontri, gli scambi, i contatti tra tutti i popoli che si affacciavano sulle sponde del Mediterraneo.
La mostra, realizzata con il contributo scientifico dell’Università degli Studi di Perugia, vuole narrare l'affascinante storia di questo antico approdo, dalla fondazione greca, accanto a preziose sorgenti d'acqua, alla drammatica distruzione e alla successiva rifondazione romana.
Saranno i preziosi oggetti provenienti da ogni angolo del Mediterraneo e saranno gli dèi, venerati in questo santuario crogiolo di culti diversi, a raccontare questa storia. E a raccontare questa storia saranno i doni votivi, gli strumenti d'uso, gli oggetti rituali. Un suggestivo video, realizzato dalla Società Euromedia di Terni ricostruirà in forme vive e reali il mondo perduto del porto di Gravisca.
Martedì 17 giugno 2014
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