di Sabrina Mechella
«La nostra scuola nel 2013 ha consumato 63450Kwh di corrente elettrica per espletare le sue funzioni. Nel 2014, considerando le bollette fino ad agosto, eravamo arrivati a circa 52000Kwh, con un aumento tendenziale dei consumi. Perché? Come possiamo migliorare le cose?». È la domanda che si sono posti gli studenti delle classi 4° del liceo scientifico Ruffini di Viterbo e a cui hanno voluto loro, in prima persona, dare una risposta in modo concreto, numeri alla mano. Stamani nella sala conferenze dell’amministrazione provinciale di Viterbo i giovani studenti hanno presentato al pubblico questo studio dal titolo: “Nzeb - Nearly zero energy building”, che ha visto coinvolti, oltre ai ragazzi, anche i docenti e alcune prestigiose collaborazioni:
«La scuola ha potuto avviare il progetto soprattutto grazie alla collaborazione del CasaClima NetworK Lazio, che ha messo a nostra disposizione gratuitamente liberi professionisti che con entusiasmo si sono resi disponibili sia per le docenze che per l’assistenza all’elaborazione della diagnosi energetica della sede di Piazza Dante – ha sottolineato Maria Antonietta Bentivegna, dirigente dell’istituto -. L’amministrazione Provinciale di Viterbo ha messo a nostra disposizione locali, piantine, fatture relative ai consumi di energia elettrica della nostra scuola e tutto quanto necessario per poter portare avanti un progetto così ambizioso, così come il consiglio Nazionale degli Ingegneri, l'ordine degli Ingegneri di Viterbo e l'ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Viterbo ed il Comune di Viterbo».
Questo progetto, ha spiegato la dirigente, è stato già presentato alla Comunità europea e, con molta probabilità, sarà portato in altre scuole estere come best practice. Presente alla conferenza di presentazione anche il “padrone di casa”, presidente Marcello Meroi: «Sono davvero entusiasta di questo progetto perché credo sia fondamentale che la scuola si occupi di ambiente coinvolgendo attivamente i giovani. Per prima cosa emanerò una lettera a tutti gli istituti di pertinenza provinciale per cominciare ad attuare le forme di risparmio energetico più elementari, come sostituire le lampade al neon con quelle led, spegnere pc, luci, apparecchi in standby e distributori di bevande e alimentari. In seguito, fondi permettendo, passeremo alle altre opere più complesse che interessano direttamente gli edifici».
Un entusiasmo condiviso anche dall’assessore comunale con delega all’efficientamento energetico Alvaro Ricci, che di è detto appassionato di temi ambientali: «Stiamo lavorando per l’applicazione del Paes (Piani di azione dell’energia sostenibile) in tutti gli edifici di pertinenza comunale. Ascolterò con attenzione i ragazzi oggi perché sicuramente avrà qualcosa da imparare».
In effetti lo studio condotto dai giovani, rappresentati stamani da Valentina, Elena, Lorenzo, Chiara, Matilde e Vladimir che hanno seduto al posto dei relatori, offre numeri e spunti interessanti: per esempio analizzando le superfici e i costi legati ai consumi energetici, si scopre che il Ruffini è dispendioso: addirittura classificato “insufficiente” secondo gli indicatori di energia elettrica. Tradotto vuol dire che la bolletta elettrica pagata dal liceo è in effetti abbastanza cara: oltre 2.500 euro al mese.
«Sostituendo le lampade al neon con quelle a led – hanno sottolineato gli studenti – si spenderebbero 15.500 euro più Iva per il cambio, ma poi si risparmierebbero ben 12.500 euro l’anno in bolletta elettrica». Insomma in 16 mesi la spesa sarebbe ammortizzata. E questo senza attuare le buone pratiche di risparmio che in fondo si fa in ogni casa privata, tipo lo spegnimento di tutte le apparecchiature elettriche non utilizzate al termine delle varie attività e comunque alla chiusura della scuola, lo spegnimento delle macchinette del caffè e l’uso delle luci a rilevazione di presenza nei bagni.
E ancora, numeri alla mano, si è visto che la scuola spende tantissimo per il riscaldamento, quasi 50mila euro annui. Anche qui i ragazzi hanno trovato le “magagne” dell’edificio, prima tra tutte le varie dispersioni di calore attraverso solai, finestre e cantine. ma anche il tipo di combustibile impiegato «Con il passaggio da gasolio a metano con caldaia di pari caratteristiche – hanno illustrato gli studenti – ci sarebbe un risparmio annuo di 25mila euro». Praticamente la metà, non sono bruscolini. Installando i regolatori elettronici ai termosifoni, (tra l’altro previsti dalla normativa europea per tutti gli Stati membri) e abbassando di un solo grado la temperatura nelle aule, porterebbe al risparmio del 6% di energia. I ragazzi hanno infine illustrato i tempi di ritorno economico dei vari interventi proposti: si va dai due anni per le sostituzione delle lampadine ai 19 anni per il rifacimento del cappotto interno dell’istituto.
Ma quello che risulta molto importante, al di là del risparmio economico, è l’impatto ambientale: nel caso dell’isolamento del sottotetto si andrebbero a risparmiare ben 247.312 kg. di Co2 annui, ossia si contribuirebbe in maniera sostanziale all’abbattimento di quella che è la principale causa di inquinamento e di cambiamenti climatici. Ed è questo forse il senso più importante dello studio di questi giovani. Perché solo agendo in prima persona i ragazzi si potranno rendere conto che, dalle scelte di sostenibilità, dipenderà il loro prossimo futuro.
Lo studio con i risultati completi sul sito: http://www.ruffiniproject.it/.
Mercoledì 1 aprile 2015
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