Gli etruschi scompaiono dalla cultura italiana in vista l'abolizione dell'Etruria Meridionale

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Viterbo | sarebbe accorpata con un altro ente

Gli etruschi scompaiono dalla cultura italiana
in vista l'abolizione dell'Etruria Meridionale

La bozza di riforma del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo prevede l'abolizione della Soprintendenza per l’Etruria Meridionale, una petizione chiede al ministro di fermarla

di Sabrina Mechella

La sede della Soprintendenza per l’Etruria Meridionale
La sede della Soprintendenza per l’Etruria Meridionale

Gli etruschi scompaiono dalla cultura italiana, ecco il testo della petizione per abolire la bozza di riforma che vede l’abolizione della Soprintendenza per l’Etruria Meridionale.

La bozza di riforma del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo prevede l' abolizione della Soprintendenza per l’Etruria Meridionale costituita dagli anni '30 del secolo scorso proprio per la specificità del territorio del Lazio settentrionale dove si espresse per quasi un millennio la civiltà degli Etruschi, con le sue tradizioni e una lingua diversa da quella delle altre popolazioni dell’Italia antica, e con monumenti e testimonianze che ne attirano l'attenzione non solo degli studiosi, ma dei visitatori da ogni parte del mondo: basti pensare alle tombe dipinte di Tarquinia, ai tumuli della Banditaccia di Cerveteri, alla necropoli di Vulci, agli abitati di Acquarossa e San Giovenale, alle necropoli rupestri del Viterbese, tutte località teatro di decennali scavi da parte di prestigiose istituzioni italiane e straniere che hanno scelto l’Etruria quale campo privilegiato delle loro ricerche.

Un territorio dotato di musei e di zone archeologiche tra le più note in Europa e di assoluta rinomanza che vive grazie ad un continuo processo di osmosi tra museo (ben 10 musei nazionali strettamente connessi tra loro e facenti capo, pur nella loro particolarità territoriale, al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, riconosciuto internazionalmente come il più importante museo al mondo per le antichità etrusche e uno dei primi musei istituiti in Italia) e territorio (11 aree archeologiche organizzate e aperte al pubblico – tra cui Cerveteri, Tarquinia, Vulci, Veio, Tuscania, Bolsena, Sutri, Civitavecchia, Civita Castellana, Lucus Feroniae); processo di osmosi che verrebbe irrimediabilmente interrotto senza l’apporto delle nuove acquisizioni provenienti dagli scavi archeologici portati avanti grazie ad una capillare ed attenta opera di tutela del territorio, impedendo di fatto il rinnovamento delle esposizioni museali, con un conseguente impoverimento della pubblica fruizione.

L' accorpamento in un unica Soprintendenza con quella del Lazio meridionale - di fatto un appiattimento - ne ridurrebbe la capacità operativa e la spinta al rinnovamento che trova una significativa stretta collaborazione, anche presso le numerose Università italiane e Istituti stranieri e gli altri Enti territoriali impegnati in sperimentazioni pubblico/privato.

 Non si vede dunque la ragione di ritornare ad un assetto di inizi '900 che fu superato proprio dalla illuminata lungimiranza della amministrazione statale del tempo e di geniali personalità attive nel campo degli studi ma anche nel Governo come Felice Barnabei, Giuseppe Bottai, e più tardi Massimo Pallottino, fondatore della disciplina, l'Etruscologia, oggi presente nei diversi ordinamenti delle Università non solo in Italia ma anche in Europa e negli Stati Uniti.

Si chiede pertanto al sig. ministro di non abolire questa storica istituzione e di far sì che essa possa continuare a operare in modo specifico ed incisivo nella tutela, nella ricerca, nella valorizzazione del territorio interessato da una civiltà così particolare quale è quella degli Etruschi.

Per firmare la petizione: http://www.activism.com/it_IT/petizione/gli-etruschi-scompaiono-dalla-cultura-italiana/61813

Giovedì 31 luglio 2014

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