Giornata della memoria, la città ricorda la famiglia viterbese vittima dell'Olocausto

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Viterbo | 27 gennaio

Giornata della memoria, la città ricorda
la famiglia viterbese vittima dell'Olocausto

Il sindaco Leonardo Michelini con gli studenti delle classi terze dell'Istituto comprensivo Fantappiè hanno deposto una corona in via della Verità dove risiedeva la famiglie ebrea vittima dell'Olocausto

Redazione Online

Il sindaco Michelini e l'assessore alla pubblica istruzione Valeri depongono la corona in via della Verità
Il sindaco Michelini e l'assessore alla pubblica istruzione Valeri depongono la corona in via della Verità

La cultura della memoria. Questo il tema su cui il sindaco Leonardo Michelini ha incentrato i suoi interventi, rivolti principalmente agli alunni delle scuole. Un 27 gennaio iniziato a Viterbo con la deposizione di una corona in via della Verità, accanto al portone di ingresso del palazzo che ha ospitato la famiglia ebrea vittima dell'Olocausto. Il primo appuntamento è poi proseguito all'interno della palestra dell'istituto comprensivo Fantappiè, insieme al dirigente scolastico Maria Gabriella Allibrio, all'assessore alla pubblica istruzione Raffaella Valeri, all'ex direttore del Consorzio Biblioteche Giovanni Battista Sguario che ha minuziosamente ricostruito alcuni di quei tragici episodi e ai ragazzi delle quattro classi terze. Insieme al primo cittadino, al momento della deposizione, anche gli studenti della scuola Fantappiè.

«Da quella abitazione – ha ricordato il sindaco Michelini nel corso dell'incontro - furono prelevati Vittorio Emanuele Anticoli, la figlia Letizia e il genero Angelo Di Porto. Una famiglia ebrea che trovò la morte nei campi di concentramento. Non voglio addentrarmi in analisi storiche, vorrei solo ricordare che la causa di quanto accadde nel ventesimo secolo furono le ideologie portatrici di dittature di vario tipo, ma tutte con uno scopo ben preciso: annullare i popoli, privandoli della dignità e della libertà. Oggi noi ricordiamo quelle atrocità e l'annullamento della libertà di tantissime persone tra cui dei nostri concittadini. E il nostro ricordo di quanto accaduto in quel quinquennio di 70 anni fa deve far riflettere tutte le coscienze».

Su questo concetto il sindaco Michelini si è soffermato anche in occasione dell'incontro “L’Olocausto: storia e memoria nel rapporto tra le generazioni”, organizzato a Palazzo Brugiotti dalla Fondazione Carivit con il patrocinio del Comune. Incontro che ha visto tra il pubblico una rappresentanza del Liceo Classico “Mariano Buratti”, nonché esponenti del mondo culturale, civile e religioso della città di Viterbo. Relatori il professor Maurizio Ridolfi, Ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi della Tuscia, e la giornalista scrittrice Grazia Di Veroli, componente del Consiglio Direttivo dell’ANED e autrice di una pubblicazione sul tema trattato, che la stessa Di Veroli vorrebbe presentare proprio a Viterbo. Al tavolo dei relatori anche il presidente della Fondazione Carivit Mario Brutti e il sindaco Michelini.

«Tutti noi – ha sottolineato il primo cittadino – abbiamo il dovere di ricordare. Ricordare e far conoscere a chi non sa. Partendo proprio dai ragazzi. Loro devono sapere. E i libri di scuola in certi casi non bastano. Servono le parole, le testimonianze di chi ha vissuto quel momento, o di chi lo ha vissuto in famiglia, attraverso i racconti dei familiari scampati alla morte. Servono iniziative, come queste di oggi, che arrivano dirette a ognuno di noi. Tutti noi – ha aggiunto il sindaco – dobbiamo lanciare questo messaggio di apertura alla condivisione dell'altro. Le differenze devono rappresentare un valore e non motivo di violenza e scontro. E questo è un messaggio che richiama il passato, ma caratterizza anche l'attuale società».

Martedì 28 gennaio 2014
Ultima modifica: martedì 28 gennaio 2014

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