di Sabrina Mechella
Nei giorni in cui il governo Renzi ha annunciato l’abolizione del Corpo Forestale dello Stato, con il suo accorpamento ad altri organi di polizia, appare sempre più evidente che questa operazione di “spending review” sarebbe un duro colpo al contrasto dei reati ambientali. Se da una parte, infatti, il governo sembra sia intenzionato a inasprire le pene legate a questi particolari tipi di illecito, con l’introduzione in codice penale di quattro nuovi “ecoreati” che prevedono anche pene più severe, dall’altra si decapita il principale – oltre che storico, dal momento che il Corpo Forestale ha due secoli di storia all’attivo – strumento di controllo e contrasto. A questo proposito, di seguito, la nota del Corpo Forestale di Viterbo, su una delicata indagine riguardante bandi di gara truccati nell’ambito della raccolta differenziata.
È stato emesso dalla Procura della Repubblica di Viterbo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per tre indagati, nell’ambito dell’inchiesta sui bandi di gara relative alla raccolta differenziata in diversi comuni della provincia di Viterbo e Rieti.
L’inchiesta, iniziata nel 2010, riguarda irregolarità nelle procedure per l’affidamento dei servizi di igiene ambientale, raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani.
Le condotte contestate sono la turbativa d’asta e la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente privato. Si tratta di gare bandite tra il 2010 e il 2013 da due consorzi di Comuni (Teverina e Nova Sabina) e dai Comuni di Collevecchio (RI), Carbognano (Vt) e Canino (Vt); tutte queste gare sono state aggiudicate alla stessa impresa.
La lunga e complessa attività investigativa è stata portata avanti dagli uomini del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale (Nipaf) del Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Viterbo. Indagini supportate da una cospicua mole di intercettazioni telefoniche, oltreché da numerose perquisizioni e acquisizioni documentali presso le stazioni appaltanti, nel Viterbese e fuori provincia.
Oggetto delle contestazioni sarebbero i tentativi di favorire una specifica impresa nell’aggiudicazione del servizio: l’azienda di C.C., figura imprenditoriale di spicco nel ramo della raccolta differenziata “porta a porta”.
Con l’aiuto degli altri due indagati, (A.R., funzionaria comunale di Collevecchio e A.C., consulente delle stazioni appaltanti), C.C.sarebbe riuscito ad ottenere indicazioni su come impostare l’offerta, sui criteri di valutazione della commissione aggiudicatrice, fino a inserire clausole concordate con A.C.nel capitolato di gara.
In questo modo, l’imprenditore C.C.poteva influenzare agevolmente il bando di gara e ottenere punteggi massimi con minime percentuali di ribasso sulla base d’asta.
Nella giornata di venerdì, il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Viterbo ha provveduto a eseguire i provvedimenti dell’autorità giudiziaria per C.C.e A.C.consistenti nell’obbligo di dimora per entrambi, nei rispettivi comuni di residenza (Treviso e Roma).
Sabato 21 marzo 2015
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