Redazione Online
«L’Alto Lazio deve diventare la terra della bellezza, la Camargue del centro Italia e l’Expo di Milano del 2015, con venti milioni di turisti previsti in 6 mesi provenienti da Roma e Civitavecchia, è l’occasione giusta e fondamentale per valorizzare il nostro territorio agli occhi del mondo». A dichiararlo è Riccardo Valentini, capogruppo di Per il Lazio al Consiglio regionale, che giovedì scorso, assieme al direttore dell’Agenzia Regionale del Turismo della Regione Lazio, Giovanni Bastianelli, ha organizzato a Tarquinia un incontro con i rappresentanti dell’associazione Terre della Maremma che unisce 18 comuni a cavallo tra Lazio e Toscana (7 della Toscana e 11 del Lazio) per promuovere il territorio della bassa maremma. Presenti all’incontro con Valentini e Bastianelli, anche i sindaci di Tarquinia, Mauro Mazzola, di Cellere, Leandro Peroni, Arlena, Publio Cascianelli, Montalto, Sergio Caci, Valentano, Franco Cucchiarelli, Ischia di Castro, Salvatore Serra, e il vice sindaco di Canino, Giuseppe Cesetti, così come gli assessori al turismo di Tarquinia, Sandro Celli, di Ischia di Castro, Sabrina Quintili, di Tuscania, Cesare Pocci, e la responsabile del settore Turismo del Comune di Tarquinia, Paola De Angelis.
«Il territorio della bassa Maremma – ha sottolineato Valentini – ha straordinarie punte di eccellenza. Dobbiamo trasformarle in un’occasione di rilancio, in un volano dell’economia per affrontare insieme le sfide del turismo globale a partire dall’Expo del 2015 che vedrà protagonisti non solo Milano, ma l’intero Paese. Un’occasione che non dobbiamo lasciarci sfuggire proponendo una visione innovativa del fare turismo al servizio del territorio. Un’opportunità unica per costruire, in modo partecipato, itinerari e offerta turistica che mettano in sinergia ricchezze storico-artistiche e patrimoni immateriali e antropologici della nostra provincia, rendendo infine i nostri monumenti accessibili a tutti, fruibili da chiunque: dai giovani agli anziani, dai bambini ai disabili.
Chi visita il nostro territorio – spiega Valentini – deve sentirsi a casa, in famiglia. Deve non solo vedere, ma vivere tutte le sensazioni straordinarie che le nostre zone sanno trasmettere. Perché il turismo – per fare un esempio – non è soltanto hardware, cioè il monumento in se e per se, ma anche software, vale a dire un sistema di informazioni che vanno dal monumento stesso alle storie che lo hanno caratterizzato, dagli abitanti che lo hanno vissuto fino ai racconti che ne hanno accompagnato la presenza in un determinato luogo nel corso dei secoli. Un palazzo storico, un panorama, un itinerario, un’opera d’arte vivono e attraversano i secoli raccogliendo attorno a se linguaggi ed espressioni culturali. Sono come dei libri che fanno del tempo il loro racconto. Libri – conclude Riccardo Valentini – che si raccontano nel tempo e che dobbiamo imparare a sfogliare e leggere. Un affresco di ciò che siamo stati, un’esperienza da condividere, una metafora viva del passato, la nostra vera risorsa per il futuro: un turismo partecipato».
Domenica 9 febbraio 2014
© Riproduzione riservata
1963 visualizzazioni