Mogol a Viterbo: «I Talent show? Tutto falso. Per riuscire nella musica bisogna studiare»

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Viterbo | ospite a palazzo dei priori

Mogol a Viterbo: «I Talent show? Tutto falso
Per riuscire nella musica bisogna studiare»

Il grande paroliere italiano, intervistato dal giornalista di Panorama, Gianni Poglio, ha sparato a zero sulle trasmissioni tv che promettono notorietà: «L'industria della musica è falsa, oggi i brani di Battisti non passerebbero sulle radio»

di Sabrina Mechella

Mogol intervistato da Gianni Poglio
Mogol intervistato da Gianni Poglio

“Una carriera assistita”. Una definizione almeno originale, ma del resto Mogol – al secolo Giulio Rapetti – è noto per essere una persona fuori da ogni schema. Intanto perché è riconosciuto universalmente come il più grande paroliere moderno, dai numeri strepitosi: 50 anni di carriera, moti dei quali in coppia con Lucio Battisti con cui ha collezionato 110 hit, 1500 le canzoni scritte, oltre che per il grande cantante reatino, per Tony Renis, Gianni Bella, Morandi, Cocciante, Mango, Mina, Vanoni, Minghi; ma anche, Patty Pravo, Bruno Lauzi, Equipe 84, Dik Dik, Pfm, Bobby Solo, Umberto Tozzi e persino Luigi Tenco, Renato Zero, Gigi D'Alessio, Rino Gaetano.

Ieri Mogol era ospite a Viterbo, Palazzo dei Priori, nell’ambito di “Panorama d’Italia” il tour organizzato dal settimanale in tutto il Paese alla ricerca della eccellenze nostrane, intervistato dal giornalista Gianni Poglio. Alla domanda di dare una definizione alla sua lunga storia artistica, Mogol ha appunto definito la sua come una “carriera assistita”:

Mogol in un momento di pausa in Sala Regia, Palazzo dei Priori, Viterbo
Mogol in un momento di pausa in Sala Regia, Palazzo dei Priori, Viterbo

«È stato il destino che ha voluto così – ha esordito l’autore – le varianti perché io riuscissi proprio in questo mestiere sono una su miliardi. Ma non ne faccio una questione di talento. Oggi si parla sempre e a sproposito di talento, imperversano queste trasmissioni dove si fa credere che basta poco per mettersi a cantare o a ballare. Balle, tutto falso. Tutti i grandi nomi della musica hanno sudato, si sono impegnati nello studio, nell’apprendimento. Mango, Battisti, Gianni Bella è gente colta, che ha studiato, L’ultimo artista che si può definire davvero preparato è Jovanotti, ma ha già 50 anni, non proprio giovanissimo. Il resto, a parte rare eccezioni come Arisa o Cristicchi, è fumo nero».

Mogol ha sparato a zero sui Talent show, colpevoli di creare false illusioni:

«I “Talent” si basano sull’ascolto – ha detto – quindi sulla pubblicità. Con tutto il rispetto, come può giudicare una Simona Ventura, che non è competente, la bravura di un cantante? Le scuole di musica televisive sono tutte finte. Oggi l’industria musicale non si basa sulla bravura, ma sulla creazione di un personaggio.

Probabilmente, anzi, sicuramente, le mie canzoni con Battisti oggi non passerebbero mai per radio».

Mogol ha raccontato al pubblico viterbese la sua ultima fatica, un album che uscirà il 27 ottobre contenente 12 brani di Battisti, rivisitati in chiave Rock da una giovane band italiana, i New Era, che si è formata proprio al Centro Europeo Toscolano, la scuola diretta dal celebre paroliere. «Sono sicuro che questa nuova interpretazione dei suoi brani sarebbe piaciuta anche a Lucio – spiega Mogol – perché sono stati eseguiti in maniera magistrale da musicisti davvero preparati».

«Riunire tutti i grandi artisti italiani per cantare le canzoni di Battisti? – ha risposto infine Mogol alla domanda di Poglio - Certo, sarebbe davvero molto bello. Se capita l’occasione io ci sono, sarebbe un grande omaggio a Lucio».

Venerdì 24 ottobre 2014

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