Viterbo | La nota dell'associazione viterbese
«Basta con la logica degli eventini musical-nostalgici, flop da ventimila euro quando per il Settembre Viterbese soldi non ce n’erano»
Finanziamenti alle iniziative viterbesi, la nota di Viterbo Civica.
Pochi mesi fa il suo assessore alla Cultura, in seguito alle proteste di tante associazioni che si erano viste tagliare i fondi, ebbe a dire che “il Comune non è un bancomat”. Un’affermazione che potrebbe anche essere condivisibile in tempi di crisi (morale e materiale), quando la sola cosa possibile, se si ama la propria città, è rimboccarsi le maniche e fare quello che si può con quello che si ha. Molte associazioni in vari campi, lo fanno già da tempo, senza aver mai gravato sulle casse comunali. Anche noi lavoriamo volontariamente e siamo orgogliosi di non aver mai chiesto un centesimo di finanziamento. Per sua fortuna le associazioni viterbesi hanno una dignità che, invece, scarseggia in chi ha avuto la faccia tosta di chiederle 1.500 euro per giocare a bridge.
Ma l’affermazione non è più condivisibile nel momento in cui si va spulciare l’albo pretorio e si scopre come sono impiegati i soldi pubblici, si va dai 2.500 euro di pulizie straordinarie del palazzo Comunale per accogliere i vip il giorno di santa Rosa, quando basterebbe semplicemente pulire quotidianamente, ai soldi spesi per il catering. Paghiamo per una fontana destinata al catering signor sindaco, paghiamo per una struttura fasulla mentre le nostre fontane medievali sono lasciate in mano ai vandali. Tra le tante voci in uscita ci sono anche 12.000 euro, spesi per il sito di visitviterbo.it, la punta di diamante dell’informazione turistica cittadina. Peccato che sia scritto unicamente in italiano, che la mappa della città non fa menzione delle due porte principali di accesso (Romana e Fiorentina) e in compenso sbaglia la locazione di tutte le altre, che non ci sia nessun elenco delle strutture ricettive ma bandierine colorate dislocate a casaccio su di una mappa, addirittura la segnalazione di strutture ormai chiuse da anni (albergo Leon D’Oro di via della Cava chiuso da almeno otto anni).
La mostra di Storaro (light designer tre volte premio Oscar) per i Quartieri dell’Arte, che in un sito come si deve dovrebbe essere il banner di apertura, non è neppure menzionata. Nemmeno l’ombra delle tante, piccole e grandi, iniziative che cercano di animare la città, passeggiate culturali, spettacoli teatrali, manifestazioni di vario tipo. A chi e a cosa serve questo sito, signor sindaco? Ce lo spieghi? Vede, signor sindaco, noi ragioniamo come si ragionerebbe in famiglia, ci pare che i “vostri” prelevamenti dal bancomat comunale, potevano essere spesi in maniera costruttiva per la città invece di buttarli dalla finestra. Anche perché ci sembra che il Pin di questo bancomat sia riservato solo a una cerchia ristretta di persone. Amministrare una città non deve essere semplice, questo lo capiamo, ma la preghiamo di fare quello che un qualsiasi padre di famiglia farebbe in questa situazione: riprenda in mano il controllo di quello che sta succedendo dentro casa sua.
Cambi il Pin del bancomat, non sia mai fosse rimasto in mente a qualcuno. Ci dia un segno. A noi non fa piacere spulciare l’albo pretorio ogni giorno per vedere dove vanno a finire i pochi denari disponibili, ci liberi da quest’obbligo. Ci dia un programma, un’idea di quello che vuole essere questa città, un’anteprima su quello che dobbiamo aspettarci dalla sua amministrazione. Basta con la logica degli eventini musical-nostalgici, flop da ventimila euro quando per il Settembre Viterbese soldi non ce n’erano.
Basta con il fiorire di tutte queste neo associazioni legate a un unico partito, che sembra vogliano spartirsi il già magro bottino. Basta con il minimizzare abusi come quello accaduto sul terrazzo inagibile del teatro Unione. Ci faccia vedere che sotto l’odore di cambiamento, promesso in campagna elettorale, ci sia realmente della sostanza e non soltanto fumo, perché non è questo il Comune che noi cittadini abbiamo immaginato quando siamo andati alle urne. In una parola: faccia il sindaco, signor sindaco.
Lunedì 29 settembre 2014