Viterbo | invitato dal drammaturgo gian maria cervo
Il fotografo vincitore di tre premi Oscar stamani era nella sede che ospita la sua mostra “Writing With Light”
di Sabrina Mechella
«Non chiamatemi direttore della fotografia, è un errore. Io sono un cinematographer, uno scrittore della luce». Tiene a sottolineare la differenza tra l’uno e l’altro ruolo il maestro Vittorio Storaro: senza dubbio lui può farlo, essendo vincitore di tre premi Oscar per capolavori come Apocalypse Now, Reds e L’ultimo imperatore. Stamani Storaro era a Viterbo, nel Museo della Ceramica di Palazzo Brugiotti, sede che ospita la sua mostra “Writing With Light”.
Il maestro era già stato nel capoluogo della Tuscia negli anni della gioventù ed è tornato su invito di Gian Maria Cervo, del drammaturgo e direttore artistico di Quartieri dell’Arte. Un folto pubblico di giornalisti, studenti e ammiratori lo ha accolto, subissandolo di domande:
«Nel bene o nel male bisogna seguire il nostro senso vero, non tradire mai se stessi – ha sottolineato -. Mi sono trovato a dover rinunciare a un lavoro quando, giovanissimo, feci un provino per il film “Giovinezza, giovinezza” di Franco Rossi. Gli avevo proposto le mie idee per sottolineare i personaggi e le scene, lui mi fece esporre tutto e alla fine mi contestò.
Avevo 28 anni, una moglie, un figlio piccolo e un altro in arrivo, non avevo un soldo in tasca. Dissi al regista che se gli serviva uno che gli sparava un faretto a caso quello non ero io. Mi richiamò, scusandosi, ci chiarimmo e così alla fine lavorammo insieme in quel film». Storaro ha insistito più volte nel cosro dell'incontro di oggi sul concetto di indipendenza del professionista, che non deve sottostare a compromessi ma riaffermare sempre se stesso e la propria idea di lavoro, anche a costo di rinuciare.
«Con Bertolucci mi sono dovuto imporre perché lui voleva un operatore al posto del mio di fiducia – racconta - lo stesso mi è accaduto con il produttore di Apolcalypse Now, che voleva che le scene del film fossero sviluppate a Los Angeles invece che a Roma, dove io invece preferivo lavorare. Lo stesso Coppola si impose col produttore dicendogli che io avevo carta bianca e che bisognava fare quello che io avevo progettato. I fatti ci hanno dato ragione: questa pellicola ultimamente è stata giudicata in America il miglior film degli ultimi trenta anni nella storia del cinema».
La mostra è visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, e si articola in tre sezioni: Opere di ambientazione rinascimentale al museo della Ceramica di Palazzo Brugiotti; Civiltà romana, alla RinascimentiAmo Gallery e Hollywood e gli Oscar al Biancovolta. L’ingresso è gratuito.
Venerdì 12 settembre 2014