Bolsena | il filmato parla da solo
Il fatto è finito anche sulle colonne del quotidiano online “nelcuore.org”, fondato da Maria Vittoria Brambilla e ha suscitato anche lettere di protesta dei cittadini
di Sabrina Mechella
Cani da caccia rinchiusi in gabbie troppo strette a Bolsena, la denuncia dell’Enpa provinciale e dei comuni cittadini. Il fatto è finito anche sulle colonne del quotidiano online “nelcuore.org”, fondato da Maria Vittoria Brambilla e ha suscitato anche lettere di protesta dei cittadini. Ieri in redazione la lettera di Sarah Capriotti di Genova: «La scorsa settimana mi trovavo in vacanza a Bolsena. Il giorno 29 ho fatto una passeggiata lungo la via Francigena nel tratto che parte dall'agriturismo Borgo Podernovo (km 115,8 della Cassia) fino alla cittadina di Bolsena. Dopo poche centinaia di metri dall'inizio della passeggiata, la mia famiglia ed io abbiano iniziato a sentire degli strani suoi a metà fra ragli e latrati strazianti. Non riuscivamo a capire di cosa si trattasse. Proseguendo, siamo arrivati davanti ad uno spettacolo orrendo: un canile di cacciatori (sul cancello c'era appiccicato l'adesivo di un ungulato) dove i cani erano stipati in gabbie strette, sporche, al sole ed in condizioni miserrime. Erano particolarmente strazianti i latrati di richiesta di aiuto, atroci. Non avevo mai sentito dei cani latrare così nella mia esperienza di volontaria presso altri canili. A mio parere ci sono gli estremi di maltrattamento animali punibile per legge. Invito la stampa a sensibilizzare l'opinione pubblica, le autorità competenti a fare i dovuti accertamenti e la Lav a seguire il caso».
In realtà la situazione drammatica di questi cani era stata già segnalata tre mesi fa e ancora si attende l'intervento delle forze dell'ordine per risolvere il caso perché nulla è cambiato. «Al cellulare della sezione dell'Enpa della provincia di Viterbo - racconta il commissario provinciale Mauro Chiarle - è giunta 3 mesi fa una segnalazione riguardante alcuni cani da caccia chiusi in angusti box lungo la via Francigena a Bolsena. I vigili della città di Bolsena furono subito da noi allertati ed in un paio di giorni dichiararono di essere andati sul posto e di aver spiegato ai cacciatori che avrebbero dovuto migliorare le condizioni, e ci garantirono che avrebbero provveduto a controllare».
«Pochi giorni or sono - continua Chiarle - la stessa persona che ci aveva segnalato la prima volta (una nostra tesserata) è tornata sul posto e ha telefonato dicendo che i cani erano nelle stesse condizioni. Siamo andati ed abbiamo filmato e fatto delle foto, tentando di chiamare gli stessi vigili, il 112, il Corpo forestale ed infine il medico della Asl, che, una volta arrivato, ha affermato che non poteva entrare in un terreno recintato per controllare la salute degli animali. Preciso che sia Carabinieri che Forestale si sono detti disponibili ad intervenire, ma che in quel momento erano impegnati in altre azioni, e che comunque doveva esserci anche il veterinario. Il veterinario, appena arrivato, è stato chiamato per un randagio in mezzo ad una strada, caso più urgente, per cui non ha potuto aspettare le forze dell'ordine: un insieme di disguidi e contrattempi dalle 11 del mattino alle 16,00, orario in cui siamo venuti via anche noi, impossibilitati a fare altro».
«Mi fa male pensare - conclude il commissario provinciale dell'Enpa - che, se i vigili (gli stessi che non hanno risposto a circa 10 chiamate durante le ore in ci siamo fermati vicino ai cani) avessero agito con maggiore incisività la prima volta, oggi non assisteremmo più al triste spettacolo documentato nel filmato del 28 agosto".
Ecco il video, le immagini sono davvero eloquenti.
Giovedì 4 settembre 2014