Viterbo | sanità
Il capoluogo sarà un Hub, centro che garantisce un'elevatissimo numero di prestazioni. A renderlo noto Riccardo Valentini, capogruppo di Per il Lazio al consiglio regionale
La riforma del sitema dei laboratori nel Lazio prevede Viterbo ai primi posti come numero di analisi |
«Attrezzature, capacità professionali in grado di rispondere a ogni esigenza e un risparmio di oltre 20 milioni di euro l’anno. La Regione Lazio riforma il sistema dei laboratori di analisi pubblici, definendone le funzioni e riorganizzandone tutta la rete che sarà basata su 8 Hub e 27 Spoke». A renderlo noto è Riccardo Valentini, capogruppo di Per il Lazio al Consiglio regionale.
Gli Hub devono garantire oltre 3 milioni di analisi. Questi sono laboratori ad elevata complessità (Lec) con settori specialistici. Coordinano il personale e le tecnologie delle strutture Spoke collegate.
Gli Spoke sono invece strutture meno complesse, presenti negli ospedali che curano i pazienti per acuti e garantiscono attività di diagnosi di urgenza e di base.
«A Viterbo – prosegue Riccardo Valentini – verrà creato l’Hub6 con l’ospedale Belcolle che farà da centro per gli ospedali di Civita Castellana, Tarquinia, Acquapendente e i centri di prelievo territoriali della Asl. La riforma del sistema dei laboratori di analisi pubblici si baserà su otto centri collegati in rete. Gli 8 Hub saranno i punti di riferimento per 27 strutture e tutti i centri della nuova rete».
«I laboratori – spiega La Regione Lazio – si distinguono in:
1) Laboratorio di urgenza. Annesso a un presidio ospedaliero di dimensioni piccole o medio-piccole e dotato di Pronto soccorso (Ps) o Dipartimento di Emergenza e accettazione(De) di I livello. Può effettuare circa 30-50 esami di urgenza e tra i 200mila e 1 milione l’anno. Provvede in urgenza a prestazioni di laboratorio e consulenza in medicina di laboratorio ai soli accessi nei Ps e Dea e pazienti ricoverati interni. È attivo 24 ore; 2) Laboratorio di base. Annesso a un presidio ospedaliero di dimensioni medie o medio-piccole e dotato di Pronto soccorso o Dea di I livello. Svolge circa 100-150 tipologie di esami di base e di frequente esecuzione e tra i 500mila e 1 milione e mezzo di l’anno; 3) Lec (Laboratorio ad elevata complessità). Annesso a un presidio ospedaliero di dimensioni medio-grandi o grandi svolge più 150 tipi di esami di base e complessi e circa 2 milioni e mezzo di esami l’anno. Fornisce prestazioni di laboratorio e consulenza ai reparti ospedalieri e prestazioni ambulatoriali di diagnostica di laboratorio sia per i punti di prelievo presenti nel presidio ospedaliero, sia per i Centri prelievo territoriali afferenti; 4) Lec-S (Laboratorio ad elevata complessità con settori specialistici). Sono i laboratori al vertice della rete e sono tutti Hub. Sono annessi ad presidio ospedaliero di dimensioni medio-grandi o grandi, con repertorio analitico superiore alle 150 tipologie di esami di base e complessi. Un Lec-S ha un volume minimo di attività di almeno 3 milioni di esami l’anno; 5) Laboratorio specialistico. Annesso ad un presidio ospedaliero o ad un policlinico universitario può essere monospecialistico o polispecialistico; 6) Laboratorio di riferimento. Svolge attività di alta referenza, conferma o approfondimento soprattutto su prestazioni di elevatissima specializzazione; 7) Settore decentrato di base per analisi in urgenza. Area di laboratorio annessa a un presidio ospedaliero con attività per acuti di piccole dimensioni o a un Pronto Soccorso o Punto di Primo Intervento territoriale, con repertorio analitico limitato ad un ristretto pannello di esami dedicati all’emergenza. Ha un volume di attività fino a 300 mila esami l’anno e fornisce prestazioni esclusivamente in termini di urgenza ai reparti ospedalieri».
Martedì 8 luglio 2014