Viterbo | aperta fino al 27 giugno
Organizzata dal direttore de LaCittà. eu nello spazio espositivo viterbese Icult, è uno spaccato della città di fine Ottocento. Una raccolta di 150 fotografie originali dell'epoca che testimoniano una Viterbo che non esiste più
Mauro Galeotti, direttore de LaCittà. eu, aveva dieci anni quando iniziò a collezionare farfalle e pacchetti di sigarette, fino ad arrivare a studi, pubblicazioni varie e molto apprezzate, su Viterbo e i paesi della provincia. Mercoledì 18 giugno l'inaugurazione nello spazio espositivo Icult Bic Lazio in Valle Faul senza taglio del nastro e cerimonie pompose, come ha scelto Galeotti, preferendo incontri caratterizzati da amici, estimatori, colleghi della stampa e autorità che hanno voluto condividere la straordinaria avventura di un tuffo nella Viterbo con immagini originali che spaziano dal 1857 al 1910. 150 foto ingiallite dal tempo a testimonianza di un'epoca che fu; scatti qua e là per la città dei Papi che ci permettono di vedere com’era, come si viveva. ù
Fotografi che hanno fermato il tempo e chissà se avranno mai immaginato che nel 2014, in un nuvoloso mercoledì di inizio estate, sarebbero stati i protagonisti di una mostra. Presenti tanti amici di Galeotti, che apprezzano il suo lavoro di raccolta di testimonianze viterbesi, tra questi oltre gli organizzatori il direttore dell'ICult, Giulio Curti, e il presidente di Archeoares, Francesco Aliperti, erano in sala, oltre al presidente della Fondazione Carivit, Mario Brutti. Molta la gente che per curiosità ha voluto essere presente per assaporare quell’atmosfera emanata dal viraggio seppia che le foto dell’Ottocento infondevano in tutta la mostra.
«Una passione nata sin da piccolo – dice il cronista - con l'aiuto di mio padre Vinicio, ma giorno dopo giorno, anno dopo anno, ho visto accumulare piano piano libri, cartoline, foto, santini, ceramiche, terrecotte, manifesti, stampe, tazzine per il caffè, carte da gioco, giornali, intestazioni di ditte, oggetti e tanto altro che ha fatto sì che quella passione si trasformasse in amore per la memoria di Viterbo». Scatti sin dagli anni '60 del XIX secolo di fotografi come Attilio Sorrini, Leonardo Primi, Giuseppe Polozzi, Edoardo Furia, personaggi che hanno fatto la storia della fotografia viterbese.
Ma non sono da trascurare i fotografi successivi all’800, come Luigi Piazzolla, Pietro Rempicci, Remo Sorrini, Giovanni de Falchi, Palamide Fortini, Romolo e Gino Sorrini, Duilia Sorrini Betti, Wanda Sorrini, Silvio Malè, Sergio Mecucci, Paolo Morelli, Alfredo Bracaccioni, Raffaele Petretti, Dino Costantini, Secondo Bruti, Ridelmo Burla, Ugo Pastori, Ezio Cardinali, Goliardo Gabbianelli che hanno regalato ai posteri spaccati di una città medioevale con le sue tradizioni, a testimonianza di una vita che rivive attraverso quelle immagini così apprezzate all'ICult. Fotografi, quest'ultimi, che saranno oggetto di mostre future, sempre all’ICult.
Mostra, "Viterbo ne la Belle Époque", fortemente voluta dal cultore storico Mauro Galeotti, organizzata in collaborazione con Bic Lazio e la Società Archeoares, i quali si sono dati un fine, quello di stimolare politici, amministratori, fondazioni, banche, associazioni, privati per la realizzazione di un “Museo della Memoria viterbese”, comprendente il “Museo della fotografia viterbese”, il “Museo di santa Rosa”, il “Museo del manifesto viterbese”, il “Museo della ceramica e terracotta viterbesi”, tutti progetti che l’immensa raccolta archivio Galeotti è in grado di fornire abbondantemente. Un sogno è vero, ha detto Galeotti, ma a volte i sogni diventano realtà.
La mostra è aperta fino al 27 giugno, tutti i giorni, domenica 22 compresa, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.
Venerdì 20 giugno 2014