Viterbo | 17 maggio giornata contro l'omofobia
Intervento di Emanuela Dei: «Parteciperemo al Gay Pride del 7 giugno, è importante portare la testimonianza della provincia in una grande città»
Giornata internazionale contro l’omofobia, l’intervento di Emanuela Dei - Arci Cultura Lesbica Viterbo
Oggi 17 maggio 2014 è la giornata internazionale dedicata alla lotta contro l'Omofobia - Lesbofobia e Transfobia. Questa fobia, paura, per la diversità che il più delle volte spaventa al tal punto da provocare feriti e morti. Quando qualcosa fa paura di solito si hanno due reazioni: o si scappa a gambe levate o si attacca. Un omosessuale, spesso, lo si aggredisce. Colpendolo, insultandolo si pensa che questo cambi o meglio scompaia da questo mondo. E invece no, questo si rialza, si da una ripulita ai vestiti, si fa medicare e poi rimane sempre omosessuale. Non si cambia natura con un cazzotto.
Gli omosessuali esistono e sono sempre esistiti. Grazie ai media, al lavoro delle associazioni, alla possibilità di incrementare le proprie conoscenze, studiando, molti ragazzi e ragazze vivono alla luce del giorno i propri rapporti omosessuali. Non è che prima non ci fossero, semplicemente restavano nascosti e venivano consumati nell'ombra. La visibilità è importante, perché quando vivi la tua vita normalmente condividendo con gli altri chi veramente sei, ti senti semplicemente te stesso e quindi felice. Molti preferirebbero che gli omosessuali ritornassero a nascondersi in modo da non disturbare questo mondo così volutamente eterosessuale e maschilista. Ma ormai non ci si può tirare più indietro perché anche noi di vita ce l'abbiamo una sola e la luce del giorno piace tanto anche a noi. Quest'anno Arci Cultura Lesbica partecipa alla manifestazione romana dedicata al Gay Pride, che si terrà il 7 giugno. È importante portare la testimonianza della provincia in una grande città. Le metropoli funzionano come grandi aspiratori per gli omosessuali di provincia. Molti sono visibili e liberi lì, ma poi, quando ritornano a Viterbo cambiano il loro atteggiamenti.
Non è che diventano eterosessuali, quello mai, semplicemente omettono, non dicono le loro esperienze e non parlano della loro vita privata. Questa non è crescita ma un modo per nascondersi. Saremo a Roma con la nostra associazione per dire che si può essere lesbica omosessuale, transessuale ovunque, basta parlare, comunicare, informare le persone a cui si vuole bene. La crescita di questo paese spetta a noi. Se non siamo noi a spezzare l'omofobia che siamo omosessuali chi lo dovrebbe fare? Il motto della campagna di comunicazione scelto per questi vent'anni di lotta delle associazioni a Roma è “Ci vediamo Fuori”, nel senso che noi omosessuali viviamo fuori le nostre relazioni e contemporaneamente se a qualcuno non sta bene, se la vedrà con tutta la nostra comunità. Non siamo così buoni e sparuti come molti pensano. Possiamo essere, anche noi, molto feroci contro chi non ci permette di essere felici.
Sabato 17 maggio 2014