Viterbo | giovedì mattina
La mobilitazione per protestare contro la riforma del processo civile. «Siamo molto soddisfatti della copiosa adesione a questa mobilitazione pacifica» ha commentato Luigi Sini, presidente dell’Ordine degli avvocati di Viterbo
di Sabrina Mechella
Un centinaio di toghe davanti a un Tribunale fanno un certo effetto. Ed è proprio quello che volevano ottenere il legali del Foro di Viterbo, che ieri mattina erano schierati appunto all’ingresso del Palazzo di Giustizia del capoluogo, per far conoscere ai cittadini gli effetti di una riforma del processo civile che, se attuata, porterebbe gravi conseguenze sulle tasche degli utenti. «Siamo molto soddisfatti dell’adesione a questa mobilitazione pacifica – ha commentato Luigi Sini, presidente dell’Ordine degli avvocati di Viterbo – non era scontata, considerato che è avvenuta in un giorno in cui si svolgevano regolarmente le udienze. Ci ha fatto piacere anche la presenza notevole della stampa e la partecipazione dei cittadini, incuriositi dal numero di toghe schierate».
Ma perché questa strenua opposizione a queste scelte del ministro uscente Cancellieri? Gli avvocati le definiscono come un attacco senza precedenti alla democrazia, che comprimerebbero addirittura diversi profili costituzionali. Tra questi «l’introduzione di filtri discrezionali sull’ammissibilità delle impugnazioni, la mortificazione del principio costituzionale di motivazione dei provvedimenti giurisdizionali, la previsione di una responsabilità solidale dell’avvocato rispetto all’esito della causa, la sostanziale cancellazione del sistema delle impugnazioni attraverso l’abolizione del divieto di reformatio in peius, l’esclusione del controllo di legittimità sulla motivazione in caso di doppia decisione conforme nel merito e la conseguente tendenziale cristallizzazione degli orientamenti giurisprudenziali, la crescita esponenziale e incontrollata dei costi di accesso alla giustizia, cui non ha corrisposto alcun effettivo e concreto reinvestimento di risorse nel sistema, già da troppo tempo gravato da pesantissime carenze di mezzi e di organici, cui non è dato segno di voler porre alcun rimedio».
La mobilitazione di ieri era per sensibilizzare l'opinione pubblica sugli effetti negativi della riforma del processo civile |
«Per fare un esempio pratico – spiega Sini - se io voglio impugnare una delibera di condominio e voglio affrontare tre gradi di giudizio, dovrò mettere in conto subito 478 euro di tasse per il primo grado, 675 euro per l’Appello e 900 euro per la Cassazione. E parliamo di tasse, lasciando fuori i compensi degli avvocati. Se l’Appello fosse ritenuto inammissibile, si dovranno sborsare altri 675 euro. Per ricorrere comunque in secondo grado il cittadino ha bisogno di conoscere le motivazioni della sentenza del primo. Fino ad oggi le motivazioni erano comunque stilate dai giudici, con questa riforma le forniranno solo previo pagamento, per la modica cifra di 337,50 euro. Insomma, se ho un problema con l’ascensore che non funziona per colpa dell’amministratore mi converrà tenermelo, altrimenti dovrò sapere che fare causa mi costerà almeno 3000 euro solo di tasse».
Quello di giovedì mattina, spiegano i legali viterbesi, è un primo passo. «L’idea della protesta era nata col precedente Governo – sottolinea il presidente dell’Ordine - adesso vedremo chi sarà nominato ministro della Giustizia, dopodiché cercheremo di avere con lui un colloquio, sperando che desista dall’attuare questa riforma che definiamo scellerata».
Venerdì 21 febbraio 2014