Avviate le procedure anche a viterbo
Garante dei Detenuti del Lazio Angiolo Marroni: «Strumenti che aumentando l’efficienza e l’efficacia dei servizi sanitari e garantendo il fondamentale diritto alla salute anche ai detenuti»
I tavoli tecnici congiunti istituiti per migliorare l’assistenza sanitaria ai cittadini reclusi nelle 14 carceri della Regione Lazio diventano una best practice da replicare su tutto il territorio nazionale. L’indicazione è giunta al Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria con una lettera del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Tamburino, che ha comunicato di aver “dato notizia del caso specifico a tutti i provveditorati regionali, auspicando la diffusione di buone prassi, anche nelle altre realtà regionale dell’Amministrazione Penitenziaria”.
A darne notizia, il Garante dei Detenuti del Lazio Angiolo Marroni che ha svolto una incessante opera di propositiva e di stimolo per favorire la nascita di tali Tavoli fra Aziende sanitarie locali, Provveditorato Regionale dell’ Amministrazione Penitenziaria, direzioni delle carceri e Garante finalizzati al monitoraggio della qualità dei servizi sanitari erogati, dello stato di attuazione della riforma della sanità penitenziaria e della sua concreta ricaduta sui detenuti.
«E’ un risultato straordinario - ha commentato Marroni - che premia il lavoro di questi anni. L’esperienza e il buon senso hanno dimostrato, che non bastano le dichiarazioni di principio; per far si che esse si realizzino, occorrono i progetti e buone e condivise prassi. Un discorso, questo, che vale a maggior ragione quando si parla di diritto alla salute, che è fra i più violati in carcere. È per questo che, come Garante, abbiamo investito in tanti progetti, dalle odontoambulanze alla telemedicina ma abbiamo strategicamente pensato anche al futuro, dando impulso al Forum salute in carcere, favorendo l’istituzione dell’Osservatorio regionale per monitorare i punti di debolezza del sistema e, da ultimo, la nascita dei Tavoli tecnici e l’adozione delle Carte dei Servizi Sanitari per i detenuti. Tutti questi strumenti porteranno ad una maggiore correlazione tra carcere e territorio, aumentando l’efficienza e l’efficacia dei servizi sanitari e garantendo il fondamentale diritto alla salute anche ai detenuti».
I tavoli tecnici congiunti, come le Carte dei Servizi sanitari per i detenuti (che riepilogano le prestazioni mediche cui il recluso ha diritto, oltre alle modalità e alla tempistica per la loro fruizione) e gli osservatori regionali sono strumenti previsti dal legislatore per agevolare la riforma della sanità penitenziaria, che prevede il trasferimento, dal ministero della Giustizia alle Asl, delle funzioni sanitarie e delle risorse finanziarie, umane e tecnologiche relative alla sanità penitenziaria.
Ad oggi le Carte dei Servizi predisposte coinvolgono la metà delle carceri della Regione, 7 su 14: due a Civitavecchia, una per Regina Coeli e quattro per il complesso polipenitenziario di Rebibbia. In altre realtà (Latina, Viterbo, Rieti e nell’Istituto Penale Minorile di Casal del Marmo) le Asl hanno già deliberato l’istituzione del Tavolo tecnico ed hanno avviato le procedure per la predisposizione delle Carte dei Servizi.
Nonostante le pressanti sollecitazioni del Garante e del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, ad oggi nessuna risposta è ancora arriva dalla Asl H, per il carcere di Velletri, e dalla Asl di Frosinone, che gestisce i servizi sanitari nel carcere del capoluogo (503 reclusi) e in quelli di Paliano (54 detenuti) e di Cassino (296 detenuti).
Quello dei Tavoli tecnici è il secondo progetto del Garante dei detenuti che viene indicato dal Dap come pratica virtuosa da replicare su tutto il territorio nazionale: il primo era stato il Progetto della teleuniversità, che consente ai detenuti di seguire a distanza le lezioni e di laurearsi pur non frequentano fisicamente gli atenei.
Martedì 14 gennaio 2014