Viterbo | Causa rinviata al 20 gennaio
L'ex pm di Palermo è l'avvocato della famiglia di Attilio Manca, l'urologo trovato morto in casa dieci anni fa. Udienza subito sospesa per sciopero dei penalisti, riprenderà lunedì prossimo
di Sabrina Mechella
Antonio Ingroia a Viterbo. L’ex procuratore aggiunto di Palermo, candidato premier a capo della lista Rivoluzione Civile e avvocato penalista dall’ottobre scorso, era oggi nel palazzo di giustizia viterbese davanti al gup Franca Marinelli per rappresentare, assieme all’avvocato Fabio Repici, la famiglia di Attilio Manca, il giovane urologo in servizio all’ospedale viterbese Belcolle, allora 34enne, trovato morto nella sua abitazione di Viterbo il 12 febbraio del 2004. Udienza subito sospesa per l’astensione degli avvocati penalisti e rinviata al 20 gennaio prossimo. Da quella morte, archiviata all’inizio come un suicidio, ne è scaturita poi - dopo l’opposizione della famiglia dell’uomo - un’indagine che ha visto dapprima dieci indagati iniziali, per arrivare a sei con l’ipotesi di reato di omicidio colposo causato da stupefacente. Di questi ne resta attualmente solo una, Monica Mileti, una giovane romana che avrebbe ceduto la dose letale ad Attilio Manca. La famiglia dell’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Ms) non ha mai creduto al decesso per droga. Da sempre i genitori e i parenti di Manca sostengono che a ucciderlo sia stata un’organizzazione siciliana, inscenando un finto suicidio. L’uomo avrebbe partecipato all’operazione alla prostata praticata al boss mafioso Bernardo Provenzano in una clinica a Marsiglia, in Francia. Era diventato, dunque, un testimone scomodo, da eliminare. Per questo motivo Ingroia stamattina ha manifestato l’intenzione di portare la vicenda davanti alla Procura nazionale antimafia, perché convinto che il tribunale viterbese abbia mostrato un atteggiamento pregiudiziale.
Lunedì 13 gennaio 2014