Ischia di Castro | piccoli scolari e corona virus
Le testimonianze di affetto e mancanza dei piccoli alunni della scuola primaria di Ischia di Castro alle insegnanti. I consigli della psicologa ai genitori: «Teneteli lontani dai tg e dalle immagini drammatiche»
di Sabrina Mechella
«Ciao maestre, voi come state? Io sto bene, ho fatto tutti i compiti, dormo tanto la mattina, spero passi presto questo Coronavirus, così almeno ci rivediamo tutti a scuola». Michela, sei anni, è una piccola allieva della scuola primaria di Ischia di Castro, un piccolo centro della provincia di Viterbo. Lei e gli altri diciotto compagni di classe hanno inviato dei messaggi whatsapp sui cellulari delle maestre, per manifestare il loro affetto, la mancanza della quotidianità, dei compagni di classe.
Il Corona virus ha costretto gli scolari a restare a casa ormai dall’8 marzo scorso e i bambini sentono la necessità di mantenere il contatto con le insegnanti. «Ciao a tutti, mi mancate tanto. Tutti i bambini e tutte le maestre e vorrei rivedervi tanto presto» dice Francesco. «Ciao maestre mi mancate tanto, ciao da Luca». «Ciao maestre mi mancate tanto vi voglio tanto bene, un bacio da Leonardo!”. Insieme ai tanti messaggini vocali alle maestre arrivano anche foto sorridenti, scene di vita casalinga in cui i piccoli tengono cartelli colorati in cui c’è disegnato l’arcobaleno e la scritta "Andrà tutto bene".
Ma come hanno accolto questi messaggi di amore le maestre dell’istituto? «Con tanta commozione, ci siamo tutte emozionate – ha commentato Claudia Tassi, insegnante di sostegno della scuola -. Non ci aspettavamo una risposta così forte e piena di affetto, quando abbiamo ascoltato i vocali e visto le foto è stato molto bello, alcune di noi hanno pianto! Abbiamo iniziato noi a mandare messaggi e immagini ai nostri scolari e loro ci hanno sommerso con il loro affetto». I bambini hanno un contatto giornaliero con le maestre: attraverso un portale della scuola le docenti inviano video lezioni e assegnano i compiti, che i genitori poi faranno vedere ai bambini.
Ma che ripercussioni potrà avere questo stravolgimento della routine quotidiana sui bambini, specie quelli più piccoli come gli alunni di questa scuola? «Il futuro è difficile da prevedere – spiega Elisabetta Zamparini, psicologa e psicoterapeuta – perché è stato un evento repentino e non prevedibile. Quello che sento di consigliare ai genitori, per prima cosa, è di tenerli lontani dai telegiornali, da immagini e parole traumatiche che non hanno la possibilità di analizzare come noi adulti. Consiglio poi di tenerli impegnati in attività manuali e creative: impastare, disegnare sono strumenti ottimi per farli stare sereni, per distrarli da questo clima di angoscia».
Ma è giusto spiegare loro cosa sta accadendo o bisogna tenere nascosto il pericolo di questa epidemia? «È necessario spiegare perché i bambini comunque sanno che sta accadendo qualcosa di serio – continua Zamparini -. Si può dire magari che c’è in giro un animaletto molto piccolo e molto pericoloso che si può tenere lontano non uscendo di casa e lavandosi molto bene le mani, insomma usando un linguaggio semplice, alla loro portata. Ci vuole equilibrio tra il cercare di valorizzare questo momento per fare cose positive e la protezione da messaggi esterni potenzialmente dannosi per la loro psiche».
Come commenta i segnali di affetto e di mancanza dai bambini alle maestre? «Il provare dispiacere per la separazione dalla scuola e dalle insegnanti è una cosa molto positiva - conclude la psicologa - ed è importante mantenere il filo diretto quotidiano con quelle persone, come le maestre, che rappresentano un fondamentale punto di riferimento nella vita dei piccoli».
Martedì 24 marzo 2020