Viterbo | marketing territoriale
Su Portmobility.it nella sezione Tuscia Laziale compaiono Civita di Bagnoregio, Bomarzo, Tarquinia, persino Capalbio, ma della città dei papi nemmeno l’ombra
di Sabrina Mechella
Un sito ben fatto, ricco di informazioni utili a chi sbarca a Civitavecchia da una nave da crociera, si parla della Tuscia ma di Viterbo nemmeno una parola. Parliamo di Portmobility.it, portale che rappresenta la società privata di gestione dello scalo laziale che si rivolge ai potenziali utenti in cerca di info utili, dagli orari delle navi, ai collegamenti, al territorio. Turisti che non sono pochi, tutt’altro. Secondo un report di Srm (Studi ricerche mezzogiorno) quello di Civitavecchia è il primo porto italiano per numero di crocieristi (2,3 milioni all’anno) e secondo in Europa dopo Barcellona. Numeri importanti, che danno l’idea della portata di natura economica per il territorio. Guardando nella sezione in alto nella home si legge “Cosa Vedere: dove andare, cosse da fare, consigli di viaggio”. Nel menù a tendina appaiono diverse sezioni dedicate ai siti da visitare nei dintorni di Civitavecchia, tra i quali “Tuscia e Maremma Laziale” che elenca: Bomarzo e il Parco dei Mostri, Chiea di Santa Maria in Castello, Civita di Bagnoregio, Museo nazionale etrusco di Tarquinia, la necropoli etrusca di Tarquinia, Visitare Capalbio.
E Viterbo? Proviamo cliccare nella sezione, appaiono diversi titoli tra cui “Alla scoperta dell’Etruria con Mary Jane Cyran. Attraverso le parole della scrittrice andiamo alla scoperta di una regione ricca di fascino e storia”. Scorriamo nell’articolo, magari il capoluogo della Tuscia comparirà senz’altro nell’elenco.
Si legge un itinerario che tocca Tarquinia, Monte Romano, Vetralla, Capranica e Sutri. Di Viterbo nemmeno l’ombra. La scrittrice nomina la città dei papi tra gli altri luoghi da visitare, in verità, nella sezione “Sbarcare un giorno a Civitavecchia”. Poche righe che ricordano la presenza di un borgo medievale meglio conservato d’Europa e Palazzo papale. Fine. Niente a che vedere con le intere sezioni dedicate a Bomarzo, Civita di Bagnoregio, persino Capalbio, borgo della Maremma Toscana.
Come mai questa dimenticanza? Non si può certo attribuirla ai gestori Portmobility o alla brava e preparata scrittrice Cyran, grande amante della Tuscia da oltre venti anni. Se manca Viterbo è perché evidentemente non esiste alla fonte chi la promuove. La Città dei Papi non investe in marketing territoriale, il sito istituzionale del Comune è statico, anacronistico rispetto ad portali comunali che consentono, ad esempio, la prenotazione di soggiorni nelle strutture ricettive autorizzate del capoluogo e l’acquisto di biglietti di teatri, musei e mostre.
Viterbo incassa oltre 200 mila euro l’anno dalla tassa di soggiorno. Dove finiscono questi soldi? Esiste un piano strategico a 360 gradi che analizzi le reali esigenze del territorio ai fini del turismo?
Nel Dup (Documento unico di programmazione) stilato dall’amministrazione comunale per il biennio 2017/2019, alla voce Turismo (errori ortografici a parte) si legge: “Negli ultimi anni il turismo è cambiato. I flussi si muovono in maniera diversa rispetto al passato: si punta - come raccontano le ricerche più recenti - su un turismo "esperienziale" più che semplicemente contemplativo. Non basta avere una bella città, monumenti, chiese e palazzi. Bisogna saper offrire al visitatore un'esperienza completa, indimenticabile, unica che spazi dall'arte alla gastronomia, dalla natura allo svago. Progetteremo percorsi coerenti e coinvolgenti, per riarticolare l'offerta della città su nuove coordinate. Oltre alle manifestazioni, ai musei, agli eventi e alla riqualificazione del centro storico lavoreremo fin da subito per un turismo sostenibile e di qualità. Provvederemo all'installazione di una nuova cartellonistica turistica anche multimediale che colmi le lacune attuali. La predisposizione di un sistema di comunicazione mediatica comunale, anche con l'ausilio di apposite agenzie di comunicazione promuoverà i nostri monumenti, i nostri eventi, i nostri prodotti, in una parola le nostre bellezze a livello nazionale ed internazione creando quella che potremmo definire la "mitologia della nostra città" Spettacolo. Intendiamo incoraggiare la nascita di nuove attività economiche collegate con la produzione di films, fra queste in particolare una iniziativa di "film commission" per ampliare l'uso di location a Viterbo nella produzione cinematografica e televisiva e utilizzare gli effetti a cascata per l'economia cittadina”.
Tutto molto bello. Però, da quando è stato stilato questo documento a oggi non è stato realizzato un solo punto di quelli previsti per il rilancio del turismo. L’attuale amministrazione è giunta al termine. Vedremo se i prossimi governanti di Viterbo saranno almeno in grado di far comparire la città dei Papi nei portali del turismo strategici come Postmobility.it.
Lunedì 21 maggio 2018