il reportage
La nota di Ramy Balawi, giovane insegnante palestinese che racconta la vita giornaliera nella Striscia, diventata ormai insostenibile
Una donna palestinese fa il bagno a suo figlio con acqua di un serbatoio riempito da una'associazione umanitaria |
La nota di Ramy Balawi, giovane insegnante palestinese che racconta la vita giornaliera nella Striscia, diventata ormai insostenibile.
La situazione umanitaria a Gaza si è deteriorata senza precedenti in questi ultimi mesi a causa del blocco israeliano in corso da 10 anni, ma anche per colpa della divisione e del conflitto tra L’Autorità palestinese e Hamas: la prima ha imposto sanzioni contro Gaza, ha trasferito 6.145 funzionari pubblici nella striscia di Gaza fino al pensionamento anticipato lo scorso luglio e ha fermato i pagamenti del carburante all'unica centrale elettrica di Gaza, nello scorso aprile. Anche Israele ha ridotto la sua alimentazione elettrica alla Striscia di Gaza da 120 megawatt a 70 megawatt, così la regione vive la peggiore crisi dell'energia elettrica dall'inizio del blocco israeliano nel 2007, per cui le case restano senza energia elettrica anche 20 ore al giorno. Il taglio di potenza ha portato a deteriorarsi significativamente il sistema medico, per cui molte operazioni chirurgiche sono state fermate a causa della mancanza di forniture mediche e della crisi elettrica. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità un numero di pazienti è morto a causa delle procedure dell'Autorità palestinese per ridurre il numero di casi che richiedono un trattamento all'estero e Israele ha ritardato l'autorizzazione a circa il 50% dei pazienti di Gaza che cercano di lasciare la striscia assediata per il trattamento negli ospedali israeliani nel mese di maggio.
Da 25 anni Israele ha imposto restrizioni sempre più rigorose per viaggiare da e per la Striscia di Gaza. Queste restrizioni riguardano quasi tutti gli aspetti della vita, inclusa la capacità degli operatori dei diritti umani di documentare le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario (IHL). Il 72% delle famiglie palestinesi nella striscia di Gaza soffre di insicurezza alimentare, l'85% dipende dai mezzi forniti dall'aiuto umanitario internazionale, mentre la disoccupazione a Gaza è la più alta del mondo secondo la relazione dell'ONU, raggiungendo il 43% e tra i giovani il 63,8%. Questo ha causato profonde frustrazioni tra di loro e la maggior parte dei giovani sta pensando ad uscire da Gaza, ma forse gli ostacoli più significativi sono la chiusura delle frontiere e le restrizioni rigorose per viaggiare da Egitto e Israele. Gaza vive la peggiore crisi idrica per cui il 95% dell'acqua di Gaza è considerato "inadatto" per il consumo umano anche se i residenti di Gaza dispongono di un approvvigionamento di otto ore ogni 6 giorni a causa del taglio di elettricità che ha portato ad interrompere il funzionamento di pompe e pozzi.
Anche i residenti di Gaza non possono più andare e sedersi vicino al mare, perché il rischio di contrarre malattie dall'acqua contaminata è molto elevato dato che i liquami si stanno versando nel Mediterraneo, conseguenza dell’arresto del trattamento delle acque reflue causato dal taglio della corrente e dalla mancanza di forniture di combustibile. Purtroppo i residenti di Gaza sono costretti a nuotare nell'acqua di mare contaminata con le acque reflue: non hanno altri posti per cercare refrigerio perché le loro case sono diventate come tombe a causa del caldo opprimente dell'estate.
Con l'inizio del nuovo anno scolastico la maggioranza delle famiglie di Gaza non è riuscita a comprare nuovi vestiti ai propri figli a causa della disastrosa situazione umanitaria. Inoltre 40-50 studenti sono stati inseriti nella stessa classe. Certamente questo creerà una grande pressione sugli insegnanti per gestire queste classi e sarà molto difficile fornire la giusta formazione per tutti gli studenti: questo accade perché Gaza soffre di mancanza di scuole a causa del blocco israeliano e non ci sono fondi internazionali per costruire nuove scuole. Insegnamento reso ancora più difficile perché gli studenti soffrono di insonnia e di ansia a causa di queste tragiche situazioni e dei conflitti umanitari.
La Striscia di Gaza “è già inabitabile”, ha avvertito un funzionario delle Nazioni Unite lo scorso luglio: una relazione dell'Onu nel 2012 prevedeva che la regione lo sarebbe diventato nel 2020.
Mercoledì 30 agosto 2017